I lavoratori espulsi da Telecom Italia in seguito alle "esternalizzazioni" stanno rischiando il posto di lavoro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-11-2004]
All'inizio furono solo i lavoratori della cosidetta "ogistica" (cioè i magazzini di Telecom Italia) a essere ceduti in blocco, insieme alla loro attività, alla grande multinazionale TNT. Si tratta di circa 600 lavoratori che, in caso di disdetta della commessa Telecom Italia, al termine del 2005 potrebbero perdere il posto di lavoro.
Per loro il rischio è ipotetico; ma per altri, come i dipendenti addetti alla gestione del parco auto aziendale (più di 13.000 mezzi) e ceduti in outsourcing a Targa, la società del gruppo Fiat, il rischio di finire sulla strada è più concreto e reale. Infatti, in seguito alla crisi Fiat, Targa è stata ceduta a una società dell'Automobile Club d'Italia specializzata in autonoleggio, che ha già denunciato una cinquantina di esuberi e di prossimi licenziamenti.
Anche per i dipendenti di Tess, che è la società di Telecom Italia specializzata nella gestione paghe del personale dell'intero gruppo, ceduta circa un anno fa al gruppo multinazionale Accenture, il futuro non è roseo. Dopo aver rilevato Tess, Accenture ha denunciato centinaia di esuberi e per ora non ha ancora detto come e con quali strumenti intende gestirli.
Tra questi lavoratori, ben 161 provengono da Tim; un terzo di questi sono invalidi, mentre altri sono stati scelti fra lavoratori con alle spalle lunghi periodi di assenza per malattia.
Tra l'altro, questa nuova joint-venture tra Pirelli e Telecom Italia, controllata dallo stesso azionista Tronchetti Provera, dimostra come la Consob abbia sbagliato a non riconoscere questa realtà di fatto.
Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione del gruppo Telecom Italia e puntano a uno sciopero tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre.
In questo momento i sindacati confederali sono però divisi tra chi vorrebbe continuare una politica non eccessivamente conflittuale con i vertici Telecom Italia e chi sostiene che non aver ostacolato con maggior forza la politica di esternalizzazioni di Telecom Italia sia stato un limite dell'azione sindacale da recuperare con lotte più vigorose.
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