Come ti combatto il digital divide

Tre approcci contro la disuguaglianza digitale.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-05-2005]

Immagine di Christopher Rayan - sxc

Non c'è solo il Brasile, patria di Lula e del progetto PC Conectado, a lottare contro il digital divide. Anche l'India e il Sudafrica si pongono, ciascuno a suo modo, in prima linea per costruire un ponte sul divario tra ricchi e poveri, tra connessi e isolati, tra informatizzati ed esclusi.

La ricetta brasiliana, abbiamo visto, consiste in contributi statali e free software. In India, da anni paese leader per numero di sviluppatori e software house, hanno un'impostazione più liberista, basata sulla riduzione del costo di accesso a un PC. Operatori, aziende e autorità sembrano tutti concentrati nello spingere i prezzi dei computer verso il basso.

La soglia è stata fissata dagli esperti del settore in diecimila rupie, equivalenti ai nostri 180 euro. Basta dare un'occhiata al mercato hardware, per capirlo: almeno tre grandi aziende, Encore Software, Xenitis e Celetronix, hanno fatto uscire in questi giorni prodotti attorno a quel prezzo. Bastasse questo, si potrebbe dire che la rivoluzione digitale è vicina.

"La richiesta di PC desktop è in aumento nelle scuole, nelle università, nelle attività commerciali e professionali, fino alle casalinghe" dice Shantanu Ghosh, presidente di Xenitis. "Le aziende indiane dovrebbero approfittare di questi spazi di mercato."

In questo contesto un computer economico, alla portata di tutti, può favorire l'afabetizzazione informatica. Tutti se lo aspettano, visto che in passato, i televisori e i telefonini cellulari sono diventati veramente diffusi proprio quando il loro prezzo è sceso al di sotto delle diecimila rupie.

Certo, non basterà: per diffondere veramente istruzione, prosperità economica e salute, anche nelle città più piccole e nei villaggi, sono necessari banda larga e cultura informatica. Ma il PC per tutti è sicuramente il primo passo.

Se la via indiana per l'uguaglianza passa per l'hardware, nel continente africano battono altre piste. In Sudafrica, la Fondazione Shuttleworth sta distribuendo per il territorio i Freedom Toaster.

Shuttleworth è il padrino mecenate che ha fondato e sostiene finanziariamente Ubuntu-Linux, e i suoi tostapane di libertà sono dei luoghi fisici in cui chiunque potrà masterizzare (in inglese gergale burn o toast) CD contenenti software libero.

"Il progetto nasce per superare le difficoltà, per la diffusione di Linux, dovute alla scarsa diffusione di banda larga in Sudafrica, dove non è facile scaricare software di grandi dimensioni," sostiene Jason Hudson, responsabile del progetto. "Tutto ciò che bisogna fare è portare da casa dei CD vergini, al resto pensiamo noi."

Ogni toaster offre la scelta tra dieci distribuzioni e tutto il software correlato. Ovviamente, non mancheranno consigli e dritte per l'installazione e l'uso del pinguino.

I cosiddetti paesi sottosviluppati mostrano una lungimiranza maggiore rispetto all'Italia, dove si fatica a trovare un euro da investire in formazione tecnologica dei lavoratori, dove parole come equità digitale non trovano albergo, dove maggioranza e opposizione sono unite nello snobbare l'unico settore, l'informatica, che promette reali margini di sviluppo nel disastrato panorama economico.

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