Secondo il Times proposte di legge come la Prodi-Levi vanno attribuite all'età accessivamente avanzata dei nostri uomini di governo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-10-2007]
Il disegno di legge Prodi-Levi, anche noto come "la tassa su Internet" e che ha suscitato tante reazioni in Italia, fatalmente non poteva non attirare anche i commentatori stranieri.
Farà quindi probabilmente discutere nei prossimi giorni l'articolo del Times Online dal titolo: "Un assalto geriatrico sui blogger italiani".
Una parte dell'articolo descrive la proposta di legge, raccontando quello che tutti coloro che in Italia hanno minimamente a che fare con Internet sanno, e che lascia - giustamente, a voler ben vedere - basiti gli stranieri quanto gli italiani. E ciò è normale.
La tesi del Times è che la colpa sia da attribuire a un governo composto da gente vecchia (e si va dal sessantottenne Presidente del Consiglio all'ottantaduenne Presidente della Repubblica) che si oppone con tutti i mezzi al mondo moderno.
Non perché la Rete può essere un potente mezzo d'informazione, non perché Internet ha una natura per la quale i controlli possono essere elusi. Ma perché è una cosa nuova, e loro sono vecchi.
Come questa approssimativa generalizzazione si coniughi con l'esperienza, che porta senza difficoltà a incontrare giovani dalle menti sclerotizzate e anziani acuti e informati, è un argomento che non viene affrontato. Il fatto è che non si tratta di una questione di età: la questione è avere persone competenti che legiferino su ciò che conoscono: questo pare davvero mancare in Italia. Che poi siano giovani o anziani, che importa?
Nell'articolo si suggerisce poi che il disegno di legge sia stato in effetti pensato per quei blogger divenuti problematici per chi detiene il potere, e si fa il nome del più rappresentativo, Beppe Grillo. Tuttavia - continua il Times - il punto non è questo: il punto è il tentativo di mettere il bavaglio alla libertà di espressione.
E qui si centra la questione: la paura che ha fatto sollevare le proteste (di cui però l'autore dell'articolo dice di non accorgersi; anzi, nota una "mancanza di allarme") è proprio quella. Ma siamo proprio sicuri che sia l'età il male che ha suggerito una proposta come quella? O non è piuttosto quella del Times una banalizzazione di un problema più serio, vale a dire la tentazione della censura che può affascinare qualcuno indipendentemente dagli anni che questi porta con sé?
D'altro canto per gli inglesi, ma anche per quegli italiani che passano il tempo a lamentarsi di quanto sia brutto il proprio Paese, evidentemente viene comodo pensare che l'Italia sia soltanto la nazione delle macchiette. Come dice il Times: "Enjoy the sunshine, vino rosso and tagliatelle".
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