Il Governo con un atto grave sospenderà le cause legali collettive dei consumatori, che dovevano essere possibili dal 29 giugno.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-06-2008]
Dopo la grave decisione del Tar del Lazio che blocca la disabilitazione delle linee telefoniche verso i famigerati 899, molte associazioni dei consumatori, prima fra tutte Altroconsumo, avevano promesso di utilizzare il meccanismo della "class action", cioè la possibilità di fare causa alle aziende in forma collettiva, che doveva partire il 29 giugno.
Anche Beppe Grillo era pronto a partire con una class action contro Telecom Italia sugli stipendi miliardari ai manager a cui corrispondono 5.000 tagli di dipendenti; analogamente i comitati dei pendolari erano pronti a scendere in campo contro le Ferrovie per i tagli ai treni locali previsti dal nuovo orario.
Nessuna di queste cause collettive sarà possibile, per ora. Il governo Berlusconi, con la finanziaria del ministro Tremonti, ha deciso di sospendere sine die, ovvero senza una data precisa, la legge sulla class action. Il provvedimento sarà discusso nel Consiglio dei ministri di domani ma pare ormai certo.
In realtà così il governo Berlusconi tradisce il suo stesso programma elettorale, in cui diceva di voler rafforzare la class action, ma accontenta la Confindustria che, per bocca della sua nuova presidente Emma Marcegaglia, nell'assemblea del suo insediamento, una settimana fa, aveva chiesto al governo di bloccare l'entrata in vigore della legge prevista dal 29 giugno, dopo molti mesi che c'erano stati per prepararsi.
Berlusconi aveva immediatamente sposato l'intero programma della Marcegaglia come suo; oggi dimostra di infischiarsene delle esigenze dei consumatori e di pensare solo a quelle delle imprese. Peccato che negli Usa, Paese modello per il premier, la class action esiste da decenni con risultati significativi.
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