Google Chrome, la privacy e la necessità di essere utenti consapevoli

Alcune parti della licenza di Chrome erano una chiara violazione della privacy degli utenti e pertanto Google le ha dovute eliminare. Chi usa i servizi della Grande G, d'altra parte, deve sapere bene a che cosa va incontro.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-09-2008]

Google Chrome, la privacy e gli utenti consapevoli

Man mano che l'entusiasmo per le caratteristiche tecniche di Chrome, il browser rilasciato in beta da Google, va attenuandosi, aumentano le voci di chi è preoccupato per la propria privacy. In particolare tutti - o quasi - puntano il dito contro la licenza d'uso di Chrome.

Il primo pensiero è che ciascuno si sia precipitato a installare e provare il browser senza nemmeno dare un'occhiata all'Eula e che solo poi, a causa di una pulce nell'orecchio messa da chissà chi, si sia preso la briga di farlo. Eppure, fin da subito erano già state segnalate le caratteristiche quantomeno "strane" della licenza.

Ogni volta che Google lancia un servizio, d'altra parte, il grido d'allarme si leva e non a torto: è per esempio conoscenza comune il fatto che, aprendo una casella di posta elettronica con Gmail, si consegnino in pratica i contenuti della propria corrispondenza all'azienda di Mountain View che li archivierà e utilizzerà per proporre pubblicità mirata. Solo che generalmente si preferisce fare finta di niente e soprassedere.

Che a ispirare fiducia negli utenti sia l'aspetto "bonario" di Google o che sia il motto "don't be evil" o che sia il fatto che nessuna grave violazione della privacy sembra finora essere avvenuta a causa della Grande G (nonostante le preoccupazioni dell'Unione Europea) poco importa: dopo l'agitazione iniziale la situazione si placa e il servizio in questione cresce in popolarità (a meno che non sia Orkut, ma questo è un altro discorso).

Quanto sta avvenendo ora per Chrome non è dunque altro che la replica di uno spettacolo già visto? Sì e no.

Infatti la versione della licenza d'uso che accompagnava all'origine l'apparizione del browser conteneva davvero una clausola inquietante, che nella versione inglese è stata prontamente rimossa con tante scuse mentre in quella italiana, almeno per ora, resta, anche se la correzione è per strada.

Al punto 11.1 si leggeva: "L'utente è proprietario del copyright e di qualsiasi altro diritto già posseduto sui Contenuti inviati, pubblicati o visualizzati su o tramite i Servizi. Inviando, pubblicando o visualizzando i Contenuti, l'utente concede a Google una licenza perenne, irrevocabile, internazionale, non soggetta a diritti d'autore e non esclusiva per riprodurre, adattare, modificare, tradurre, pubblicare, eseguire in pubblico, visualizzare pubblicamente e distribuire qualsiasi Contenuto inviato, pubblicato o visualizzato su o tramite i Servizi".

Non solo; poco più avanti, al punto 11.4, si trovava scritto: "L'utente conferma e garantisce a Google di disporre di tutti i diritti, del potere e dell'autorità necessari per concedere la suddetta licenza".

Tutto ciò metteva qualsiasi utente in una posizione impossibile: questi, per poter installare e usare il browser, doveva essere titolare di tutti i diritti non solo sul materiale da egli stesso prodotto, ma su tutto quanto visualizzato.

A Google veniva dunque concesso il potere di disporre liberamente di qualunque prodotto dell'ingegno di ogni utente di Chrome, risolvendo alla radice ogni problema di privacy ignorandola totalmente, ma anche di ogni singola pagina web che capitasse di visitare, cosa ovviamente impossibile.

Perciò Google non ha potuto che correre ai ripari rimuovendo le parti incriminate e dando una spiegazione della loro apparizione: si sarebbe trattato di un copia e incolla fatto male. In pratica la licenza sarebbe stata presa di peso dalla versione standard degli Universal Terms of Service e applicata a Chrome senza un controllo più fine.

Per tranquillizzare chi sia già andato in fibrillazione, Google segnala che il cambiamento della licenza, cui sta lavorando per aggiornare anchew tutte le versioni nazionali e che elimina l'intero punto 11 tranne la prima frase, "si applica retroattivamente a tutti gli utenti che hanno scaricato Google Chrome".

Quanto alle preoccupazioni in merito alle condizioni espresse dalle clausole al punto 17 (quelle che autorizzano Google a inserire pubblicità nei servizi), è evidente che si tratta della stessa cosa che accade con gli altri prodotti di Mountain View, per i quali valgono le considerazioni già fatte all'inizio. Se si usa Gmail, tanto per usare lo stesso esempio di prima, non si possono avanzare lamentele. Se non lo si usa per paura di violazioni alla propria privacy, perché per Chrome dovrebbero valere delle regole diverse? I browser alternativi non mancano.

Infine resterebbe ancora il punto 12 a creare qualche difficoltà. Questa clausola è quella che consente a Google di installare gli aggiornamenti di Chrome senza chiedere preventivamente il permesso. Ci sarebbe in effetti da preoccuparsi nel concedere il controllo di una parte del proprio computer a terzi, se non si fosse utenti di Windows. Il codice di Chrome, almeno, è disponibile.

Tutto a posto, quindi? Di nuovo, sì e no. Eliminato il pericolo della concessione formale di ogni dato personale a un'azienda che vive di pubblicità, resta il fatto che le informazioni sensibili che inevitabilmente vengono immesse in Rete tramite il browser finiscono comunque nella banca dati di quella stessa azienda.

La memorizzazione delle ricerche, dei siti più visitati, dei prodotti acquistati tramite i servizi web e via dicendo non serve solo - verrebbe da dire "primariamente" - a migliorare la vita degli utenti fornendo loro strumenti che semplifichino le loro scelte, ma soprattutto a Google per rientrare degli investimenti fatti. In effetti, dal semplificare le scelte degli utenti a guidare le scelte degli utenti il passo è breve e la distinzione forse troppo sottile per essere inclusa in una licenza d'uso.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (4)

@zeussino devo dire che hai ragione circa il fork
5-9-2008 00:13

..che usiamo ? Leggi tutto
5-9-2008 00:05

Un fork? Non e' cosi' semplice. Il punto di forza di questo (futuro) browser non sara' la velocita', non sara' la gestione della memoria, non sara' il codice estremamente pulito, non sara' l'interfaccia innovativa ne' le funzionalita' di sicurezza (tutti obiettivi raggiungibili anche da Firefox, Opera e perfino Internet Explorer, con un... Leggi tutto
4-9-2008 23:41

in effetti mi ero salvato e letto la licenza quando avevo scaricato Chrome e mi ero reso conto che questi avessero messo senza troppa attenzione quella che è una loro licenza generica, ma che mal si adattava ad un browser web. Per tutte le altre preoccupazioni circa l'analisi della nostra navigazione non è che oggi non si sia fatta già... Leggi tutto
4-9-2008 21:28

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