Wangari Maathai

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Wangari Muta Maathai
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la pace 2004

Wangari Muta Maathai (Ihithe, 1º aprile 1940Nairobi, 25 settembre 2011) è stata un'ambientalista e attivista keniota.

Nel 2004 è stata la prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la pace per «il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace». È stata membro del parlamento keniota e Assistente Ministro per l'Ambiente e le Risorse Naturali nel governo del presidente Mwai Kibaki, fra il gennaio 2003 e il novembre 2005. Apparteneva all'etnia kikuyu.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu la prima donna centroafricana a laurearsi, nel 1966 in biologia, presso l'Università di Pittsburgh, dove aveva potuto recarsi grazie al programma "Ponte aereo Kennedy" (che forniva una borsa di studio ai migliori studenti africani) e dove lavorò dallo stesso 1966 presso la facoltà di Biologia, dipartimento di zoologia. Nel 1976 si iscrisse nel Consiglio nazionale delle donne del Kenya, assumendone la presidenza nel 1981, mantenuta fino al 1987, anno in cui abbandonò l'associazione.

Attivista e fondatrice nel 1977 del Green Belt Movement, intraprese negli anni novanta una forte campagna di sensibilizzazione verso i problemi della natura e del disboscamento in particolare, per suo tramite sono stati piantati oltre 51 milioni di alberi in Kenya per combattere l'erosione del terreno.

Premio Nobel.[modifica | modifica wikitesto]

Fu inserita nel premio Nobel nel 2004 per il suo contributo a uno sviluppo sostenibile, alla democrazia ed alla pace[1]. In questo periodo le fu attribuita l'affermazione di essere convinta che l'HIV fosse un virus creato in laboratorio "per sterminare i neri"[2], affermazione che lei ripetutamente negò di aver fatto.

Il 10 febbraio 2006 ha partecipato alla Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006, portando per la prima volta nella storia la bandiera olimpica insieme ad altre sette celebri donne. Ha anche partecipato al congresso internazionale Foederatio Pueri Cantores come rappresentante del Kenya.

Maathai e Obama nel 2008

Malata di tumore da lungo tempo, è morta nel settembre 2011 all'età di 71 anni.[3] Il 30 novembre 2019 è stata intitolata a suo nome, per un anno, la piazza delle Erbe di San Gimignano (SI).[4]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Opere tradotte in italiano[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Gran Cordone con Fiori Fiori di Paulonia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Nobel Peace Prize for 2004, su The Nobel Peace Prize. URL consultato il 26 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2010).
  2. ^ Nadir ONLUS - Flagello Aids, «Virus creato contro i neri»
  3. ^ (EN) Kenya's Nobel laureate Wangari Maathai dies aged 71, su bbc.co.uk, 26-9-2011.
  4. ^ Festa della Toscana, a San Gimignano si intitola piazza delle Erbe, su gonews.it, 29 novembre 2019. URL consultato il 30 novembre 2019.
  5. ^ Giornata dei Giusti 2019, su it.gariwo.net.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wangari Maathai - Biographical, su nobelprize.org, 2004.
  • Biography. URL consultato il 26 agosto 2016.
  • Sylvie Coyaud, Wangari Muta Maathai, su Enciclopedia delle donne. URL consultato il 26 agosto 2016.
  • Claudia Bruno, Donne che abbracciano le foreste, in Ecostorie. Donne e uomini nella storia dell’ambiente, n. 2, 2013, pp. 245-253.
  • Lisa Merton e Aian Dater, Taking Root. The vision of Wangari Maathai, su takingrootfilm.com, 2008.
  • Fulvia Degl'Innocenti, Wangari. La madre degli alberi, Coccolebooks, 2019

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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