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TECNOLOGIA E DISABILITA'

Manuela, paraplegica che torna a camminare

La giovane riesce a muoversi con l'aiuto delle cybergambe che con un computer interpretano i suoi desideri

TECNOLOGIA E DISABILITA'

Manuela, paraplegica che torna a camminare

La giovane riesce a muoversi con l'aiuto delle cybergambe che con un computer interpretano i suoi desideri

Manuela MigliaccioManuela Migliaccio, 29 anni di Napoli, paraplegica da tre anni su una carrozzina tornerà a camminare. E per festeggiare l’avvenimento percorrerà i cinque chilometri della Corsa della speranza che si svolgerà a Lugano il prossimo 15 settembre. Non si tratta di un miracolo. E nemmeno di un intervento chirurgico che le ha riconnesso i due lembi del midollo spinale che ha spezzato cadendo da una scogliera dell’isola di Patmos in Grecia. Ad aiutarla a muoversi è una struttura robotica attivata da quattro motori elettrici, l’esoscheletro ReWalk dell’azienda israeliana Argo Medical technologies. Gambe robotiche, dal peso di 20 chili, che si affiancano a quelle della ragazza e le muovono interpretandone i desideri.

IL COMPUTER - Un computer collegato con accelerometri e giroscopi, infatti, «ascolta» i movimenti del busto di Manuela e li trasforma in movimento o le permette di stazionare in posizione eretta (anche se è ancora necessario che la persona si appoggi a due stampelle per aumentare l’equilibrio). In pratica, Manuela, spinge avanti il busto e le spalle per impartire l’ordine al pc di iniziare il cammino e li ritrae per indicare la volontà di fermarsi. Maggiore è la capacità di controllare i movimenti ritmici pendolari del tronco, maggiore è la velocità del passo «E’ bellissimo tornare a camminare con i propri piedi» commenta la ragazza. «Appena mi hanno detto che era possibile provare il ReWalk sono venuta da Napoli fino a Costa Masnaga in provincia di Lecco (dove si trova il centro di riabilitazione Villa Beretta, ndr). E ora non voglio fermarmi più. Dopo Lugano voglio partecipare alla maratona di New York».

LE SCALE - Manuela ha riversato tutta la sua energia e la sua voglia di vivere in questa impresa. E da circa un mese zampetta lungo i corridoi del centro. «Ora sono sicura e mi muovo con una certa agilità anche a velocità sostenuta (il massimo è di 1,5 km/h, la metà di un cammino normale ndr)», spiega, «non si torna come prima, i problemi permangono, ma l’esoscheletro mi aiuta in tanti spostamenti impossibili con la sedia a rotelle, come ad esempio fare le scale (le cybergambe le fanno in automatico attivate questa volta da un pulsante, ndr)».

L'INCIDENTE - Quanta strada da quella serata di fine agosto del 2009 quando in vacanza a Patmos, in compagnia di amici a bere un soft drink Manuela decide di sedersi su un muretto a strapiombo sul mare. Si dà un’energica spinta e sale. «Non mi sono accorta di essere così indietro, mi sono sporta ulteriormente» racconta Manuela «e sono caduta di schiena per nove metri, l’equivalente di un salto dal terzo piano. Per fortuna sono rimasta “appesa” a una roccia a strapiombo su altri 50 metri di scogliera». Seguono mesi di riabilitazione, un’altalena di speranze ed emozioni che terminano con la diagnosi di paraplegia completa a livello lombare. «Pur non camminando, mi sono buttata a capofitto nello sport e ho intrapreso numerosi viaggi nel mio amato Centro America», continua la ragazza. «Sentivo l’esigenza di tornare a muovere qualche passo. Questo esoscheletro me ne offre la possibilità anche se in alcune situazioni torno a sedermi sulla sedia a rotelle che mi sembra un po’ più maneggevole».

STRUMENTO RIABILITATIVO - «Il Rewalk è un ottimo strumento riabilitativo», precisa Franco Molteni, primario del Valduce- centro di riabilitazione Villa Beretta . «Lo stiamo sperimentando da un paio di anni e oggi con Manuela stiamo raccogliendo i risultati. Ci consente di far muovere il paziente liberamente». Questa libertà ha fatto sì che sia nata una versione domestica da affidare a domicilio al paraplegico per muoversi con maggiore autonomia (la carica dura 8 ore e consente di camminare per un massimo di cinque chilometri). Certo ci sono alcuni limiti. E’ necessario valutare caso per caso se la lesione midollare (che deve essere inferiore a D4), il peso (inferiore ai 100 chili), l’osteoporosi ossea e le ritrazioni tendinee ne consentano l’uso. Il Rewalk consegnato a Manuela, che costa circa 50 mila euro, è il primo al mondo ad essere affidato come ausilio personale a una persona con disabilità per sperimentarlo a domicilio. Altri saranno consegnati nelle prossime settimane in Germania e negli Stati Uniti. Ma anche in Italia dove all’Ospedale Bambino Gesú a Santa Marinella (Roma) si stanno sperimentando Rewalk di dimensioni ridotte da usare nella riabilitazione dei bambini. Intanto questa ragazza dagli occhi vispi si prepara a passeggiare in mezzo agli altri corridori della Corsa della Speranza di Lugano, una festa nata a fine anni ‘80, in Canada, per volontà del 23enne Terry Fox, amputato a causa di un tumore osseo, che decise di attraversare il Paese con una protesi in metallo per sensibilizzare la popolazione sulle malattie oncologiche. Terry non concluse la sua impresa. Il cancro se lo portò via prima. Ma il suo spirito continua a vivere attraverso la Corsa della Speranza. E nell’impresa di Manuela e del suo Rewalk personale.

Franco Bomprezzi e Simone Fanti
7 settembre 2012 (modificato il 11 settembre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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