La Cassazione stabilisce che la foto non è indispensabile per provare l'infrazione: basta la parola degli agenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-11-2011]
Ricevere una multa per eccesso di velocità non piace a nessuno; di fronte alla prova incontestabile costituita dalla fotografia, però, generalmente tutti si rassegnano, a meno che il verbale non insinui che si stava viaggiando più veloci del suono.
Una sentenza della Corte di Cassazione ha però stabilito che è necessario rassegnarsi a pagare la multa anche se di fotografie non v'è traccia.
Tutto è nato quando un cittadino di Massa ha fatto ricorso contro la sanzione ricevuta, poiché non gli era stata recapitata - insieme al verbale - la prova fotografica dell'infrazione.
Inizialmente il giudice di pace e i primi gradi di giudizio gli avevano dato ragione, ma il Comune di Massa ha continuato a ricorrere fino alla Cassazione, che ha ribaltato tutte le sentenze precedenti.
La multa va pagata anche se non è accompagnata dalla fotografia perché - spiega la Corte - si presume che l'ufficiale che ha redatto il verbale non abbia attestato il falso, inventandosi un'infrazione inesistente: se invece si pensa che l'agente abbia mentito, allora occorre sporgere querela e non basta fare ricorso. L'articolo continua qui sotto.
Le associazioni dei consumatori sono subito insorte: innanzitutto perché in questo modo i cittadini non hanno nulla a cui appellarsi per sostenere di non essere stati loro a violare la legge.
In secondo luogo, se questa interpretazione prendesse piede vi è già chi vede Comuni con pochi scrupoli utilizzare la mancanza della fotografia come un mezzo subdolo per fare cassa.
Quanto alla Polizia Stradale, essa spiega che tutto è dovuto a una questione tecnica: «alcuni vecchi apparecchi laser non facevano fotografie, ma sul display appariva la velocità contestata. Noi cerchiamo di avere sempre mezzi tecnici che diano foto e velocità da mostrare al guidatore. A noi non interessa incassare, ma agire come deterrente».
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