CoproBot (3)
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-07-2012]
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CoproBot (NSFW)
Il commissario Calzettoni aveva due maledizioni, anzi tre. La prima era il suo ridicolo cognome che lo aveva sempre reso vittima di scherzi atroci nell'infanzia, di burle maligne nell'adolescenza e di sottaciuta ma difficoltosamente nascosta ironia ora che aveva un ruolo sociale di una certa importanza.
La seconda era la coscienza di essere al posto dove stava per raccomandazione e non per merito. La terza di avere nella sua squadra quella maledetta ferraglia bionica piena di zelo non richiesto con un soprannome ridicolo.
Eppure proprio per questo, per quella briciola di raziocinio che aveva, sapeva che giusto a Margherita doveva i risultati che riusciva a portare a quegli ottusi magistrati che indirizzavano le indagini di cui era incaricato, prima fra tutti la dottoressa Troìa, una grandissima stronza piena di sé e con l'accento nel cognome al posto sbagliato.
Maledetta macchina malriuscita! Come cazzo era possibile che quell'esperimento sbagliato potesse ottenere i risultati che otteneva? Un maledetto computer depresso era il migliore dei suoi investigatori!
E non c'era possibilità di eliminarla; sempre precisa, efficiente, attenta alle procedure e rispettosa delle regole. Perdio! Non era umana! Non una debolezza, un errore, una valutazione sbagliata.
La odiava e la ammirava. Non la temeva perchè sapeva che non avrebbe mai potuto prendere il suo posto ma era costretto a rispettarla e quel che era peggio, sentiva di doverla onestamente rispettare. Rispettare uno stramaledetto cazzo di computer! Pure se aveva un'anima dentro che anima era? Una scansione, una digitalizzazione, qualche megabyte di virtualità.
Intanto il guaio era grave. L'indagine affidatagli complessa e delicata, con il rischio di toccare interessi grossi, troppo grossi per lui. E non poteva continuare a ritardare una decisione, a prendere tempo; la notizia cominciava ad uscire anche se solo come sospetti e notizie non verificabili.
I Mangiamerda stavano iniziando a fare danni irreparabili, uccidevano. Bisognava intervenire prima dell'inevitabile panico che avrebbe danneggiato l'immagine di un'industria fondamentale per l'economia nazionale e gli equilibri commerciali con una nazione partner di primo piano.
La vedeva lì immobile nel monitor sulla scrivania, apparentemente quieta e in attesa di comandi eppure sapeva benissimo che stava assurdamente preoccupandosi della sua stupida begonia chiedendosi il senso della sua esistenza. Molto di più di quanto faceva lui nel suo ufficio finemente arredato. E la odiava ancora di più.
Eppure il momento di dichiedere il suo intervento era ormai inevitabile. Sospirò profondamente e premette il pulante del Communicator. Il display segnalò l'inizio della procedura in un modo in cui Calzettoni lesse una maligna solidarietà fra macchine. Maledetti computer!
[...]
Alfredo rientrò nel suo monolocate felice e soddisfatto. Grazie al Cielo era venerdì e per questa settimana il suo lavoro al Call center di Assistenza tecnica era finito. Aveva ottenuto ottimi risultati, i suoi feedback dagli utenti erano stati ottimi. Nei questionari on line sull'efficienza degli operatori aveva ottenuto:
147 L'operatore è un cretino inutile ma è tanto gentile e simpatico.
89 L'operatore non ha risolto il mio problema ma era piuttosto gentile e simpatico.
27 L'operatore era piuttosto antipatico ma un minimo di aiuto me lo ha dato.
11 L'operatore era una testa di cazzo ma ha risolto il mio problema.
E questo gli aveva permesso di ottenere uno dei Bonus Pusher da 100 euro che gli avrebbero permesso di prendere quattro fiale di Sinergotropina o in alternativa di scambiarlo con due Ticket Mignotta per prestazioni sessuali.
La sua dolce casetta di 25 metri quadri era linda e pinta grazie all'efficientissimo mangiamerda comprato a rate che valeva tutti i soldi spesi e provò un sentimento d'affetto nei confronti di quello sgraziato scatolone metallico.
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merlin