Giorgio Napolitano solleva il problema delle intercettazioni giudiziarie sulla linea telefonica del Presidente. Ma Scalfaro lasciò correre.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-07-2012]
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto all'Avvocatura Generale dello Stato di sollevare un conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale per le intercettazioni effettuate su ordine del Pm Ingroia di Palermo sulla sua linea telefonica, perché potrebbe costituire una lesione delle prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica.
La magistratura palermitana ha già risposto che le intercettazioni sono stato un caso isolato e indiretto, cioè non erano mirate direttamente sulla linea del Presidente ma di altre utenze, poi entrate in contatto con quella del Capo dello Stato.
Si tratta della prima contestazione di questo tipo, ma non è la prima volta che un Presidente della Repubblica viene intercettato dalla magistratura, sia pure indirettamente.
Nel 1993 infatti la magistratura, nel quadro delle indagini sul fallimento della Banca Popolare di Novara Svizzera, consociata elvetica del'istituto bancario novarese, mise sotto controllo la linea telefonica dell'allora amministratore delegato della Bpn Lino Venini, in rapporti di antica amicizia personale con Scalfaro.
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Venini chiese, in una telefonata registrata dalla magistratura, all'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro di interessarsi per le vicende giudiziarie della Banca, che portarono alla condanna del precedente amministratore delegato della Popolare di Novara Bongianino e dei manager della controllata svizzera, e dei controlli di Bankitalia.
Nella conversazione Scalfaro si limitò a esprimere vicinanza umana e interessamento, nei limiti delle sue competenze.
Il verbale della telefonata, secretata e coperta dal segreto istruttorio, venne pubblicata nei giorni successivi dal quotidiano L'Indipendente, allora diretto da Vittorio Feltri.
Scalfaro però non reagì in alcun modo né contro i magistrati né contro i giornalisti.
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merlin