Dalla conferenza di Dubai non è uscito nessun accordo per le regole su Internet.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-12-2012]
Dalla conferenza internazionale di Dubai dell'Agenzia dell'ONU per le Telecomunicazioni (ITU) sulle regole per Internet è venuto fuori un accordo a cui Usa, Inghilterra, Canada e la maggior parte dei Paesi dell'Unione Europea, Italia compresa, non si atterranno, perché non hanno approvato il documento che la maggior parte degli altri Paesi hanno condiviso.
Non poteva essere altrimenti: dalla conferenza sul cambiamento climatico a quelle sul rispetto delle condizioni di lavoro, tutte le grandi conferenze ONU degli ultimi tempi si sono rivelate occasioni costose, turistiche e inconcludenti.
Questa su telecomunicazioni e web non poteva andare diversamente. Da una parte c'era la pretesa di Cina, Russia e paesi arabi (alle prese con riflussi autoritari dopo la Primavera promossa proprio grazie alla Rete) di porre una struttura non governativa e un po' anarchica come Internet sotto il controllo di regole decise da governi che in gran parte hanno brillato solo per i filtri e le censure poste al web.
Questa esigenza autoritaria è andata a scontrarsi con la parte dell'opinione pubblica mondiale che per prima e in gran parte ha animato la Rete e ne ha diffuso e fondato regole tecniche e comunicazionali: oggettivamente, quella dei Paesi occidentali.
In Germania e in altre nazioni europee il Partito Pirata guadagna consensi, mentre in Italia resta al palo ma spopolano Beppe Grillo e il suo Movimento Cinque Stelle. Sono due movimenti antagonisti e incompatibili? | |||||||||
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L'unica convergenza sembra essere stata quella sulla su un numero unico, uguale in tutto il mondo, per i servizi telefonici di emergenza.
I governi dell'Occidente già soffrono per la loro crescente perdita di peso economico e geopolitico a causa della globalizzazione e del tumultuoso e incessante sviluppo dei Brics (Brasile, Russia, Cina, Sudafrica): non potevano mollare questo primato.
Una volta tanto, anche lo spirito dei governi e le esigenze dei big come Google sono andate nello stesso senso degli utenti della Rete, insofferenti a nuove e pericolose censure.
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