La decisione del tribunale di Amburgo è una minaccia per l'intero modello di sviluppo open source.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-06-2013]
JDownloader è un download manager piuttosto famoso e apprezzato; scritto in Java e open source, dispone di varie caratteristiche che lo rendono ottimo per scaricare anche dai siti di file hosting.
In questi giorni si è trovato al centro di una controversia legale a causa di una sentenza della Corte regionale di Amburgo, in Germania.
Inizialmente, pareva che il tribunale avesse deciso di bandire il suo uso da tutta la Germania; poi la questione si è ridimensionata, ma resta comunque grave.
Per capire da dove nascano i problemi occorre comprendere il modello di sviluppo open source seguito da Appwork, l'azienda che presiede al lavoro su JDownloader.
Dato che si tratta di software a sorgente aperto, sono molti e diversi i collaboratori che contribuiscono a far crescere il programma; gli sviluppatori che contribuiscono da più tempo, poi, hanno una "corsia preferenziale" che permette loro di sottoporre le modifiche e vederle integrate anche nella versione stabile molto rapidamente.
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In tal modo la correzione dei bug avviene in tempi ridotti e le patch raggiungono velocemente milioni di utenti.
Il guaio è che uno degli sviluppatori ha deciso in buona fede di inserire una caratteristica in una versione beta non ufficiale di JDownloader 2; tale funzionalità è quella che permette di scaricare i flussi video RTMPE protetti.
È proprio questo che ha causato la sentenza del tribunale di Amburgo: i giudici hanno infatti considerato la presenza di questa caratteristica come violazione della legge sul copyright, poiché rappresenterebbe un modo per aggirare una «protezione tecnologica» applicata a contenuti protetti dal diritto d'autore.
Così la Corte ha ora minacciato AppWord di comminarle una multa pari a 250.000 euro per «la produzione, la distribuzione e il possesso» di JDownloader sebbene non solo l'introduzione del supporto a RTMPE non sia opera dell'azienda ma addirittura tale caratteristica sia stata rimossa all'inizio della vicenda, alcuni mesi fa.
Secondo gli sviluppatori di AppWork, il problema è però ancora più profondo: una sentenza del genere è una minaccia diretta al modello di sviluppo open source.
«Davvero è giusto che le aziende che sviluppano software open source come noi debbano essere ritenute responsabili per aggiornamenti ritenuti illegali e pubblicati dalla comunità?» si chiedono, ritenendo che un tale comportamento scoraggi i nuovi sviluppatori.
AppWork ha deciso di ricorrere contro la sentenza. La prossima udienza è fissata per settembre.
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