L'azienda di Cupertino rivela le richieste di dati avanzate dai governi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-11-2013]
Quando inizialmente emerse il cosiddetto "datagate", l'opinione pubblica si scandalizzò perché molte grandi aziende dovettero ammettere di aver consegnato i dati dei propri utenti al governo americano.
Facebook, Google, Apple, Microsoft e molti altri, dietro richiesta dell'amministrazione USA e per ragioni legate a questioni inerenti la legge (da indagini sul terrorismo a reati più "comuni"), rivelarono i dati in loro possesso circa determinati utenti.
In realtà, non fu solo il governo americano a richiedere tali dati: le forze dell'ordine di un po' tutti gli Stati, quando lo ritengono necessario (anche per ragioni del tutto legittime, come le indagini per ritrovare un dispositivo smarrito o rubato), chiedono alle aziende di condividere i dati che possiedono su alcune persone specifiche. Italia compresa.
Di recente Apple ha pubblicato sul proprio sito un documento in PDF nel quale elenca tutte le richieste ricevute dai governi di tutto il mondo o, per la precisione, tutte le richieste che legalmente può rivelare: per alcune, infatti, non dispone dell'autorizzazione. Inoltre, sempre a termini di legge, non può essere troppo specifica in questa specie di "operazione trasparenza".
Il fatto è che, dopo aver perso parte della fiducia degli utenti venuti a conoscenza della collaborazione con la NSA, Apple e le altre aziende cercano di recuperare un po' della reputazione perduta tentando di dimostrarsi il più trasparenti possibile.
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«Il governo statunitense non consente a Apple di rivelare, se non a grandi linee, il numero degli ordini di sicurezza nazionale, il numero di account colpiti da questi ordini o quali contenuti, come le email, sono stati rivelati» spiega Apple, affermando anche di opporsi con forza a questo bavaglio imposto da Washington.
Leggendo la tabella che contiene i dati, si scopre così che gli USA hanno inviato tra le 1.000 e le 2.000 richieste, le quali hanno riguardato tra i 2.000 e i 3.000 account.
Tra i governi che hanno chiesto all'azienda di Cupertino di rivelare dati c'è anche l'Italia: dal nostro Paese sono giunte 60 richieste che hanno riguardato 76 account.
«Soltanto una piccola frazione delle richieste che Apple riceve riguarda informazioni personali collegate ad account iTunes, iCloud, o Game Center» spiega l'azienda, che precisa anche: «A differenza di altre aziende che hanno a che fare con le richieste di dati relativi agli utenti da parte di agenzie governative, l'attività principale di Apple non riguarda la raccolta di informazioni».
È evidente la frecciatina, non particolarmente velata, rivolta a Google e Facebook: noi vendiamo dispositivi e servizi e utilizziamo i dati degli utenti unicamente a questo fine - pare dire Apple - mentre i nostri rivali non fanno altro che raccogliere dati sugli utenti, e dunque sono più pericolosi di noi.
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