Quando i videogame sono considerati alla stregua di alcool e droga.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-07-2014]
I genitori che si lamentano del tempo eccessivo passato dai figli con i videogiochi non sono certo una rarità, ma questo stesso fenomeno in Corea del Sud pare aver raggiunto dimensioni preoccupanti.
A lasciarlo pensare è l'ultima proposta avanzata dal partito democratico sudcoreano, il quale vorrebbe una legge che i regolamenti l'uso dei videogame sul modello di quanto accade per l'alcool e per le droghe.
Secondo i promotori, infatti, i videogiochi causano dipendenza, proprio come certe sostanze, ed è pertanto necessario regolarne il "consumo" per evitare conseguenze spiacevoli per i giocatori stessi e per gli altri.
Non bisogna dimenticare che in Corea già esiste una norma che vieta il gioco online ai minori di 16 anni tra mezzanotte e le sei, una misura decisa proprio dopo aver constatato quanto tempo i ragazzi passino davanti allo schermo.
La proposta di legge ha sollevato un acceso dibattito tra quanti sostengono la tesi della dipendenza e quanti invece ritengono che se molti ragazzi non fanno altro che giocare il problema è culturale, non connaturato ai videogiochi.
L'assenza dei genitori e lo stress causato dalla scuola - argomentano quanti sono contrari alla proposta - sono le vere cause per cui gli adolescenti cercano svago e rifugio nei mondi virtuali; pertanto, è su questi fenomeni che bisognerebbe intervenire.
Vi è poi chi considera i videogame come una forma d'arte: regolamentarli come le sostanze che danno dipendenza, in quest'ottica, sarebbe non soltanto un attentato alla libertà di espressione ma anche un danno alla crescita economica.
È giusto che un governo vari una legge per regolamentare l'uso dei videogiochi? Di' la tua nei commenti qui sotto.
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