Semplice e geniale il progetto di un teenager.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-08-2014]
Se i mari italiani pullulano di plastica, l'Oceano Pacifico non sta meglio.
Anzi, esiste addirittura un enorme accumulo di spazzatura noto come l'isola di plastica del Pacifico, la cui estensione è stimata al minimo pari a 700.000 chilometri quadrati (ma c'è chi arriva a sostenere che si estenda per oltre 10 milioni di chilometri quadrati).
Come fare a ripulire le acque da tanta plastica? La soluzione potrebbe arrivare dall'idea del diciannovenne Boyan Slat, il quale già qualche anno fa aveva proposto quello che ha chiamato Ocean Cleanup Array.
Si tratta, in sostanza, di un sistema passivo costituito da una serie di barriere e piattaforme galleggianti, ancorate al fondo del mare, che raccologono i rifiuti trasportati naturalmente dalle correnti e dai venti.
A suo tempo, questa soluzione venne bocciata come impraticabile ma uno studio condotto nell'ultimo anno - e pubblicato in un rapporto di ben 530 pagine - ha dimostrato come invece si tratti di un sistema attuabile ed efficace.
Lo studio aveva come obiettivo proprio la valutazione della fattibilità del progetto e ha comportato anche la realizzazione di una prova presso le isole Azzorre.
Le barriere galleggianti del test, che sotto il pelo dell'acqua sono dotate di una "gonna" lunga circa 3 metri per catturare la plastica alla profondità cui la si incontra più spesso, sono riuscite a catturare i rifiuti come ci si aspettava senza dare più di tanto fastidio allo zooplancton e senza, a differenza di quanto fanno le reti, catturare pesci e altri animali marini.
Tutto ciò ha portato Slat a pensare che grazie al suo sistema si possa ripulire l'isola di plastica del Pacifico; anzi, il giovane ritiene che in questo modo in dieci anni quasi la metà della plastica presente nell'oceano possa essere rimossa.
Per poter diventare realtà, il progetto Ocean Cleanup sta ora cercando finanziatori tramite una campagna di crowdfunding con la quale mira a raccogliere 2 milioni di dollari.
«Sebbene la pulizia abbia un effetto profondo» ha ricordato Slat «si tratta soltanto di una parte della soluzione. Dobbiamo anche chiudere il rubinetto, evitando innanzitutto che altra plastica arrivi nell'oceano»
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|