Gli USA sostengono la net neutrality, l'Unione Europea studia come dare potere alle telco.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-03-2015]
L'Europa torna a parlare di neutralità della Rete, e non per difenderla.
Ad annunciarlo è il Financial Times, il quale afferma di aver potuto mettere gli occhi su un documento preparato dalla presidenza lettone dell'Unione Europea e che apre le porte all'Internet a due velocità.
La proposta salvaguarderebbe nominalmente il principio di net neutrality ma consentirebbe alle telco di gestire il traffico per «assicurare l'efficienza della rete»; inoltre spianerebbe la strada alla stesura di accordi tra aziende (o in generale clienti individuali che ne abbiano l'interesse) e operatori per poter avere servizi Internet più veloci.
Oltre a scontrarsi con chi sostiene una Internet libera, la proposta va anche nella direzione opposta rispetto a quella scelta dall'americana FCC, che ha ecluso la possibilità per gli operatori di fornire due servizi diversi a seconda del tipo di contenuto (appunto, la "Internet a due velocità").
La FCC, che considera gli operatori come aziende di pubblica utilità, ha imposto un divieto esplicito all'ipotesi che prevede di dare priorità a un certo tipo di traffico (per esempio a quello generato da chi paga di più), con sommo scontento da parte degli operatori stessi che infatti stanno cercando la via per cambiare le regole.
L'Europa, invece, sembra dirigersi verso uno scenario completamente opposto.
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Secondo il Financial Times, la differenza di orientamento tra USA e UE si può spiegare anche con la presenza, negli USA, di grandi colossi di Internet - le cosiddette "aziende della Silicon Valley" - che sono in grado di far sentire il proprio peso sulle decisioni prese a livello politico in quanto generatrici di una parte importante del PIL degli Stati Uniti; di contro, in Europa le stesse aziende non ha il medesimo peso, e gli Stati tendono ad ascoltare maggiormente gli operatori telefonici.
Non a caso Stevan Tas, presidente di Etno (l'associazione europea degli operatori) ha dichiarato: «È sempre più urgente riformare le attuali norme sulle telecomunicazioni. Non dobbiamo legare le mani di un'intera industria con regole strette sulla neutralità della rete».
Altri, come Tim Höttges (CEO di Deutsche Telekom) e Vittorio Colao (CEO di Vodafone) hanno spiegato di non essere contrari completamente alla net neutrality, ma di desiderare che le regole permettano loro di dare priorità ai servizi essenziali, come le trasmissioni di dati dei veicoli autonomi o quelle relative ad applicazioni legate alla salute, il cui flusso di informazioni non può interrompersi; a parte queste eccezioni - spiegano i due dirigenti - l'accesso al web dovrebbe essere completamente libero.
La decisione finale sul "pacchetto telecom" è attesa per la fine dell'anno; il Parlamento Europeo è finora sembrato intenzionato a difendere la net neutrality nonostante le proposte degli Stati membri.
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