Costa meno di 50 euro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-08-2015]
È passato quasi un anno da quando Google annunciò il progetto Android One per la creazione di uno smartphone a basso costo, meno di 100 dollari.
Nel settembre 2014, l'azienda di Mountain View presentò le proprie linee guida dedicate a quei produttori che volessero aggredire i mercati emergenti con prodotti low cost che però riuscissero a eseguire in maniera fluida il sistema del robottino verde.
Allora venivano indicati un processore quad core con 1 Gbyte di RAM, display da 4 pollici e fotocamera da 5 megapixel come caratteristiche al di sotto delle quali non andare per far girare una versione recente di Android.
Sfortunatamente per Google, Android One «non ha soddisfatto le aspettative» come conferma Rajan Anandan, che per conto di Big G si occupa dell'India e del Sud-Est asiatico, al Financial Times.
Oltre ad ammettere il fallimento dell'idea originale, Anandan rivela però anche un'alta cosa: la fase due del progetto Android One si appresta a partire.
L'India è infatti il Paese prescelto per il ritorno sulle scene dell'iniziativa che, nei quasi 12 mesi trascorsi, ha subito una cura dimagrante: non nelle caratteristiche, ma nel prezzo, che è sceso fino ad arrivare intorno alle 2.000 - 3.000 rupie, ossia tra i 30 e i 40 euro.
Per Google si tratta di una scommessa sulla quale è importante insistere: gli 1,2 miliardi di potenziali utenti che l'India è in grado di offrire non possono essere ignorati, ma vanno anzi corteggiati con un'offerta tagliata su misura.
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E se nei Paesi occidentali si possono proporre con indifferenza smartphone da centinaia di euro, in quei Paesi dove la maggioranza della popolazione ha meno mezzi a disposizione è necessario agganciare i clienti con qualcosa alla portata del loro portafogli.
Ecco quindi che non vedremo mai Android One in Europa, territorio che in fondo si può considerare già domato e dove è più che altro importante non cedere terreno, mentre per i mercati emergenti si apre tutta una nuova fase di conquista alla quale tutti i grandi nomi sono interessati: anche Facebook e Twitter, dopotutto, hanno già ammesso di considerare l'India un mercato molto promettente per le potenzialità di sviluppo che offre.
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