Entro la fine del 2016 fornirà connettività a 14 Paesi, ma senza rispettare la Net Neutrality.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-10-2015]
«La connettività cambia le vite e le comunità. Noi continuiamo a lavorare per connettere il mondo intero, anche se questo significa guardare oltre il nostro pianeta»: con queste parole Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, ha annunciato l'avvio del progetto che fornirà connettività Internet via satellite all'Africa subsahariana.
L'idea di fornire connettività a quelle zone dell'Africa che ancora ne sono prive o in cui essa scarseggia da tempo affascina molte grandi aziende: per esempio Google per un po' ha puntato sui dirigibili, poi ha optato per i droni e infine ha pensato di rivolgersi ai satelliti.
Ora però Facebook sembra andata oltre la fase di progettazione, dato che Zuckerberg ha già annunciato che il lancio del primo satellite, chiamato AMOS-6, avverrà nel 2016 grazie alla collaborazione con Eutelsat.
AMOS-6 coprirà l'Africa occidentale, orientale e meridionale, per un totale di 14 Paesi interessati; la connettività fornita verrà gestita da Facebook in collaborazione con le aziende locali, così da offrire alle varie comunità la possibilità di accedere ai servizi di Internet.
Tutta questa attività da parte del social network nella fornitura di connettività non è passata inosservata a quanti temono il potere che in tal modo si andrà a concentrare nelle mani di Facebook: è chiaro che Mark Zuckerberg non agisce per pura filantropia, ma punta più semplicemente a stendere le proprie reti in nuovi mari in cui pescare nuovi utenti.
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«Noi crediamo che Facebook stia definendo in maniera impropria la Net Neutrality nelle affermazioni pubbliche e allo stesso tempo stia costruendo un giardino recintato in cui le persone più povere del mondo siano in grado di accedere soltanto a un insieme limitato di servizi e siti web non sicuri» si leggeva già a maggio in una lettera aperta rivolta da diverse associazioni preoccupate.
Non si tratta di preoccupazioni infondate: l'offerta (a prezzo ridotto o addirittura gratuita) che verrà proposta, come già avviene attraverso le altre iniziative di Internet.org, darà accesso soltanto a una parte delle risorse disponibili nella Internet completa, quelle approvate da Facebook e dagli ISP locali, pur venendo pubblicizzata come Accesso a Internet, senza evidenziare le limitazioni; chi non potrà permettersi di pagare per l'accesso completo rischierà quindi di finire con l'identificare quel numero ridotto di possibilità con Internet tout court. Tutto ciò ha decisamente poco a che fare con il concetto di "neutralità della rete".
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