Secondo la Corte della UE, la legislazione USA non garantisce la privacy degli utenti di Facebook.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-10-2015]
La Corte dell'Unione Europea, in una sentenza che già sta facendo molto clamore, ha sentenziato che "una normativa come quella statunitense che consenta alle autorità pubbliche di accedere in maniera generalizzata al contenuto di comunicazioni elettroniche deve essere considerata lesiva del contenuto essenziale del diritto fondamentale al rispetto della vita privata".
La sentenza va contro una decisione della stessa Commissione dell'Unione: in una delibera del 2000 per l'Unione Europea le garanzie previste dalle leggi USA per la conservazione dei dati sensibili nelle comunicazioni elettroniche erano state considerate sufficienti. Oggi non più.
La questione è nata dopo che un cittadino austriaco aveva intentato una causa contro Facebook, in seguito alle rivelazioni del Datagate da parte di Edward Snowden.
Secondo la Corte europea del Lussemburgo le esigenze della sicurezza nazionale USA "prevalgono sul regime dell'approdo sicuro" al quale sono sottoposti i dati privati dei cittadini europei trasferiti negli USA, "cosicché le imprese americane sono tenute a disapplicare, senza limiti, le norme di tutela previste".
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Ora l'autorità irlandese per la privacy (competente perché i server europei di Facebook si trovano in Irlanda) dovrà esaminare la denuncia "con tutta la diligenza necessaria e che a essa spetta, al termine della sua indagine, decidere se, in forza della direttiva, occorre sospendere il trasferimento dei dati degli iscritti europei a Facebook verso gli Stati Uniti perché tale Paese non offre un livello di protezione dei dati personali adeguato" in quanto "autorizza in maniera generalizzata la conservazione di tutti i dati personali di tutte le persone le cui informazioni sono trasferite dall'Unione verso gli Stati Uniti senza che sia operata alcuna differenziazione, limitazione o eccezione in funzione dell'obiettivo perseguito e senza che siano fissati criteri oggettivi intesi a circoscrivere l'accesso delle autorità pubbliche ai dati e la loro successiva utilizzazione".
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