È online l'appello contro la nuova norma sulla pubblicazione delle intercettazioni, in difesa della libertà di informazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-10-2015]
Il blogger Arturo Di Corinto, il giurista Guido Scorza, il giornalista Alessandro Gilioli de L'Espresso, Marco Travaglio e Peter Gomez insieme a tutta la redazione del Fatto Quotidiano, il costituzionalista Stefano Rodotà e ancora molti altri giornalisti e operatori dell'informazione hanno sottoscritto l'appello No Bavaglio 3, cui tutti possono aderire online.
Temi di questo appello, che non certo è il primo lanciato in tempi recenti, sono la delicata materia delle intercettazioni giudiziarie e il diritto della stampa a pubblicare i testi delle intercettazioni stesse quando riguardano uomini politici e personaggi pubblici con posizioni chiave nel mondo dell'economia e della finanza.
È infatti proprio grazie alla possibilità di pubblicare quel materiale che, spesso, l'opinione pubblica ha potuto conoscere i gravissimi scandali relativi ad appalti pubblici o nomine pubbliche, i tentativi più o meno riusciti di insabbiamento avvenuti corrompendo magistrati e testimoni, i casi di corruzione riguardanti politici, manager pubblici e privati, sindacalisti, perfino giornalisti e sacerdoti.
Persino la Corte di Giustizia dell'Unione Europa ha affermato che per personaggi pubblici con responsabilità pubbliche il rispetto della privacy deve essere attenuato e posto in secondo piano rispetto al dovere di trasparenza e al diritto all'informazione di cui godono i cittadini.
Ora però, il Governo Renzi ha chiesto una delega completa, a causa delle forti divisioni interne alla maggioranza fra correnti del Pd e Nuovo Centrodestra, per emanare una nuova normativa sulle intercettazioni giudiziarie e sulla possibilità per i giornalisti di pubblicarle integralmente o parzialmente.
Il timore è che, sottraendo in tal modo la materia al dibattito parlamentare, possa venir scritta una normativa che limiti la libertà di stampa e di pubblicazione di notizie interessanti per l'opinione pubblica. Già nel recente passato, d'altra parte, il Governo ha dimostrato in molte materie di voler usare il potere di delega conferitogli dal Parlamento in modo assolutamente indipendente dagli orientamenti della sua stessa maggioranza parlamentare.
Ecco quindi che l'appello di cui parlavamo all'inizio infatti recita: «Il disegno di legge approvato alla Camera che delega il governo a predisporre norme in materia di pubblicazione delle intercettazioni è un fatto gravissimo. Con la delega al Governo si sottrae al Parlamento la decisione sui diritti fondamentali, che dovrebbe essere di sua stretta competenza, e si impedisce all'opinione pubblica di esercitare il diritto di seguire con trasparenza i lavori parlamentari e l'attività di redazione legislativa, così come riconosciuto dalla Costituzione».
«Non può essere il potere esecutivo a stabilire quali siano le notizie rilevanti per i cittadini» continua l'appello. «Nei Paesi democratici sono i giornalisti che decidono quali sono le notizie che vanno diffuse oppure no, in base a criteri di rilevanza, attualità, interesse pubblico e privacy a tutela dei diritti dei singoli. Oggi, se il giornalista sbaglia, sono già previste sanzioni. Quindi non è vero che questa riforma tutela la privacy dei cittadini che è ampiamente garantita dalle norme vigenti».
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gomez