Il punto non è tanto la nomina di Marco Carrai, quanto l'esistenza stessa dell'ennesima agenzia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-02-2016]
Non s'è ancora spenta la polemica circa l'ipotizzata nomina di Marco Carrai, l'imprenditore molto amico di Matteo Renzi, a capo dell'Agenzia per la Sicurezza informatica prevista dalle nuove disposizioni antiterrorismo e che sarebbe alle dirette dipendenze di Palazzo Chigi.
Marco Carrai ha attualmente un'impresa che si occupa di sicurezza informatica, situazione che lo renderebbe idoneo all'incarico ma anche in possibile conflitto di interessi.
Carrai ha poi amicizie personali ad altissimo livello nel settore delle telco, fra cui i vertici di Telecom Italia: lo dimostra la presenza al suo matrimonio del presidente di Telecom Mario Recchi, il quale partecipò insieme a molti manager di grandi imprese pubbliche e private.
D'altra parte, come disse il ministro alle Riforme Maria Emilia Boschi, «Il cittadino Carrai ha diritto a invitare chi vuole al suo matrimonio».
Ovviamente ad attirare le maggiori critiche è però l'amicizia con il presidente del Consiglio che, quand'era sindaco di Firenze, l'aveva anche ospitato a casa propria.
Le prime voci circa una possibile nomina di Marco Carrai a capo dell'Agenzia si sono diffuse poco dopo la metà di gennaio, quando la nomina stessa sembrava imminente. A oggi, pare che il tutto sia stato "congelato" in attesa di una soluzione che salvi capra e cavoli, ossia garantisca a Carrai la posizione senza causare problemi a Renzi.
Il vero problema però non è Carrai in sé o l'opportunità di una sua nomina al vertice di un'Agenzia il cui operato sarà importante anche per i risvolti sul monitoraggio del web italiano: la questione fondamentale invece è l'esistenza stessa di una tale Agenzia.
Ora è noto che il governo Renzi si è vantato, giustamente, di aver ridotto il numero dei ministeri e che ha annunciato di voler ridurre in modo drastico tante società controllate dalla Stato e dagli enti locali, fonti di sprechi e comunque di costi eccessivi.
Viene quindi da chiedersi: perché un altro ente? La sicurezza informatica non dovrebbe essere già garantita da servizi segreti, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Esercito, Marina, Aeronautica, DIA, Interpol, tutte forze con propri uffici interni, con personale addestrato, con speciali mezzi e tante risorse?
Forse tutte queste realtà hanno bisogno di coordinamento? Certamente. Ma non ci sono già il Governo, Il Ministero degli Interni, il Comitato per l'Ordine Pubblico e la Direzione Generale di Pubblica Sicurezza?
Il governo Renzi non sembra sfuggire alle logiche della Seconda Repubblica, della Prima, e risalendo ancora della monarchia e del fascismo. C'è un problema? Ci vuole un ente, che sarà presieduto da qualcuno che avrà bisogno di consulenti, segretarie e fattorini; che farà assunzioni, che avrà sedi, auto, aerei; che produrrà norme, leggine, decreti, passaggi inutili e defatiganti.
Il tutto con il sospetto che si fondi un ente perché esso serva ma perché bisogna sistemare qualcuno, chiunque esso sia, oggi o domani, sotto qualunque governo.
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