Pottermore ha chiesto a Google la rimozione dall'indice delle pagine Wikipedia dedicate alla scrittrice J.K. Rowling e alle sue opere.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-04-2016]
La rimozione dei link che rimandano a materiale pirata, sebbene la sua legittimità sia messa in dubbio all'interno dell'Unione Europea, è un'attività cui i detentori del copyright tengono moltissimo.
Negli Stati Uniti soprattutto il dibattito è particolarmente acceso poiché è in corso la discussione per un'eventuale revisione del DMCA, la legge americana sul copyright.
Molti soggetti - dalle case editrici a quelle cinematografiche e discografiche - vorrebbero una nuova stesura della norma che obblighi i motori di ricerca non solo a fornire, come già accade, i mezzi per la rimozione dei link (takedown), ma anche a impedire che detti link vengano in seguito riammessi nell'indice del motore stesso (staydown).
Tra i più attivi nel richiedere la rimozione di link "pirata" c'è Pottermore, la piattaforma di pubblicazione digitale ed e-commerce legata a J.K. Rowling, la creatrice di Harry Potter.
Com'è facile immaginare, un mondo fantastico tanto popolare quanto quello di Harry Potter dà origine a una diffusa attività pirata, per stroncare la quale Pottermore, diligentemente, indirizza a Google parecchie richieste di rimozione di link grazie ai servigi della società specializzata Digimarc.
Il problema è che, ultimamente, le cose paiono essere un po' sfuggite di mano. Per ben due volte in poco tempo (l'8 marzo e il 1 aprile), infatti, nell'elenco delle pagine indicate per la rimozione è stata inserita la pagina di Wikipedia dedicata a J.K. Rowling.
Google ha rifiutato di rimuovere il collegamento a quella pagina, ma Pottermore non ha desistito e, anzi, ha rincarato la dose: in una richiesta successiva ha indicato altre 20 pagine di Wikipedia, tra cui alcune dedicate ai videogiochi e alle colonne sonore dei film della saga di Harry Potter.
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Ciò che è ancora più strano è che l'elenco comprende pagine apparentemente scelte a casaccio: per esempio vi si trovano le pagine dedicate all'antica letteratura egizia e ai gruppi etnici dell'America Centrale. Viene da chiedersi: ma questi tanto sofisticati e decantati sistemi automatici impiegati per riconoscere il materiale pirata scelgono pagine senza criterio, sperando che Google non se ne accorga?
Pottermore è peraltro in buona compagnia. L'editore Harper Collins ha per esempio richiesto, sempre attraverso Digimarc, la rimozione della pagina di Wikipedia dedicata a Beverly Hills 90210, con cui non ha nulla a che fare, e quella su Silver Springs, una città del Maryland (USA).
L'elenco completo delle pagine di Wikipedia prese di mira potrebbe essere molto lungo: per dare un'idea della confusione, possiamo raccontare di come vari editori abbiano chiesto la rimozione delle pagine dedicate a Janice Galloway (scrittrice contro la cui pagina Wikipedia s'è scagliato il suo stesso editore, Simon and Schuster), ai limiti di velocità in Romania, a Mega (il servizio di file locker un tempo legato a Kim Dotcom), a Gore Vidal. Nessuno pare essere al sicuro dalla furia iconoclasta.
A questo punto viene da pensare che una riforma del copyright sia certamente necessaria, ma dovrebbe essere fatta per togliere un po' di potere dalle mani apparentemente poco capaci dei detentori del diritto d'autore.
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