''Non l'abbiamo tenuto nascosto di proposito'' sostiene il gigante di Mountain View.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-02-2019]
I dispositivi "intelligenti" della Internet of Things, sempre collegati alla Rete, sin dalla loro apparizione hanno fatto sorgere tutta una serie di preoccupazioni legate alla privacy dei loro proprietari.
Dalle bambole che spiano i bambini ai termostati che facilitano l'esecuzione di abusi domestici, passando per le innumerevoli telecamere di sicurezza facilmente violabili e senza dimenticare il pericolo delle vasche idromassaggio controllabili da remoto, i vari apparecchi della IoT sono già abbastanza dannosi quando le loro caratteristiche sono ben note.
Se poi questi oggetti nascondono al proprio interno un microfono di cui il produttore s'è dimenticato di annunciare al mondo l'esistenza, i motivi per diffidare di questo genere di dispositivi diventano addirittura almeno uno di troppo.
Non si tratta di una mera ipotesi: a quanto pare, Google ha «distrattamente dimenticato» di menzionare la presenza di un microfono all'interno del sistema di sicurezza domestico Nest Secure.
Tutto è iniziato all'inizio di questo mese, quando Google ha annunciato che un aggiornamento di Nest Secure avrebbe permesso agli utenti di interagire con il Google Assistant, che - come tutti sanno - si comanda con la voce.
«E come facciamo a parlare con il Google Assistant» - si sono chiesti i proprietari di Nest Secure - «se non abbiamo un microfono per farci sentire?».
È stato a quel punto che Google ha dovuto ammettere che il microfono all'interno dei dispositivi Nest Secure c'era già; solo che non era stato detto a nessuno, né la sua presenza era menzionata nel manuale.
La scoperta ha ovviamente destato un certo scalpore: con che diritto - hanno preso a chiedersi tutti - Google ci mette in casa dei microfoni a tradimento?
Un portavoce del gigante di Mountain View ha cercato di salvare la situazione spiegando che il microfono era stato inserito sin dall'inizio in Nest Secure proprio in previsione di un'integrazione futura con il Google Assistant e con altre funzioni, e che un'incolpevole dimenticanza aveva portato a non segnalarlo agli acquirenti.
«Il dispositivo integrato» - ha dichiarato il portavoce - «non doveva essere un segreto e sarebbe dovuto essere elencato nelle specifiche tecniche. Abbiamo commesso un errore. Ma il microfono non è mai stato accesso, e si attiva soltanto quando un utente specificamente attiva l'opzione relativa».
«I sistemi di sicurezza» - ha continuato poi il portavoce - «spesso usano microfoni per fornire funzionalità basate sulla captazione dei suoni. Abbiamo incluso il microfono nel dispositivo per avere la possibilità di offrire ai nostri utenti ulteriori funzionalità in futuro, come la capacità di rilevare la rottura di un vetro».
Insomma - dice Google - è stato tutto uno spiacevole equivoco e certamente non abbiamo mai usati il microfono segreto per spiarvi. Poco può fare l'utente comune dotato di Nest Secure a parte credere sulla fiducia a queste rassicurazioni.
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