Sentenza rivoluzionaria a Roma: a una lavoratrice di telemarketing precaria di un call center Elitel viene riconosciuto il contratto di lavoro dipendente anziché "a progetto".
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-12-2006]
Sembrava troppo rivoluzionaria l'interpretazione degli ispettori del Ministero del Lavoro, che a Roma avevano giudicato illegale l'utilizzo del contratto a progetto (invece di contratti di lavoro dipendente) per i circa 3.000 operatori del call center di Atesia.
Il Tar aveva annullato nei giorni scorsi gli effetti dell'ispezione; ma una sentenza della Magistratura del Lavoro la conferma anche per gli operatori cosidetti "outbound", cioè quelli che fanno le chiamate in campagne di telemarketing.
La circolare del ministro Damiano, poi recepita anche da un accordo (il cosidetto "avviso comune" tra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil), stabilisce infatti che solo per i lavoratori che ricevono le chiamate (gli "inbound") non si debba mai applicare il contratto a progetto mentre per i lavoratori del telemarketing l'utilizzo del contratto a progetto dovrebbe essere più facile.
Questa causa potrebbe pesare sull'attuale confronto fra Atesia del gruppo Cos e i sindacati: l'azienda si è impegnata a stabilizzare un buon numero di contratti a progetto (quelli dei lavoratori "inbound") trasformandoli in contratti di apprendistato (che non è comunque a tempo indeterminato), sia pure con orari minori e minori retribuzioni.
Atesia invece non ha sciolto la riserva circa l'impegno, richiesto dai sindacati, a fare altrettanto per i lavoratori "outbound". Ma adesso c'è un precedente.
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