Lettori CD sigillati con la colla

Nuovo metodo antipirateria dei discografici.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-09-2002]

I discografici dicono che i CD costano cari a causa della pirateria. Certo, come no: pagare Mariah Carey 30 milioni di euro per non fare altri dischi non c'entra assolutamente nulla.

Come immagino non c'entri nulla anche l'ultima trovata antipirateria dei magnati della musica: il lettore CD sigillato con la colla.

Siccome alcuni recenti casi di pirateria musicale si sono verificati prima che il brano fosse disponibile al pubblico, i discografici sospettano che i pirati non siano i consumatori, ma gli addetti ai lavori: in particolare i giornalisti ai quali vengono inviate copie dei CD in anteprima affinché ne possano pubblicare per tempo la recensione. Così la Epic ha pensato bene di distribuire le anteprime dei dischi di Pearl Jam e Tori Amos in lettori CD sigillati con la colla. Persino la presa per le cuffie è incollata.

No, non sto scherzando: la notizia è di New Scientist ed è riportata anche dal New York Times.

I lettori di CD sono letteralmente "usa e getta": essendo sigillati, vanno buttati via dopo la recensione. Quanto costa tutta quest'operazione? E chi la pagherà, in ultima analisi? Senza contare che è una protezione addirittura banale da aggirare: basta tagliare il filo della cuffia, saldargli un connettore e immetterlo nell'ingresso di una scheda audio, oppure lavorare un po' di solvente, cacciavite e seghetto.

Ciliegina sulla torta, USA Today racconta di come il mondo dei discografici tratti veramente male i propri artisti. Le verifiche contabili scoprono regolarmente royalty non pagate.

Un consulente legale di settore, Don Engel, stima che le grandi etichette discografiche nascondano dal 10 al 40% dei diritti spettanti agli artisti, che si basano oltretutto su formule "complesse ed antiquate che favoriscono i discografici" e vengono elargiti soltanto dopo che gli artisti hanno rimborsato anticipi, spese di registrazione, pernottamenti, produzioni video e quant'altro.

Si arriva all'assurdo che in un tipico contratto discografico, se una band vende 250.000 copie, che è un discreto successo, può trovarsi ad essere comunque debitrice verso la casa discografica.

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Paolo Attivissimo

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