Il messaggio che circola in rete, spesso accompagnato da un'immagine esplicativa, non dice tutta la verità...
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-09-2002]
Sta circolando in Rete un messaggio di questo tenore:
Che cosa vuol dire "berlusco"
Avrei da segnalarti una vera chicca. Il dizionario delle parole difficili di Decio Cinti (Sonzogno, 1940) alla voce "berlusco", dice: berlusco: dal latino bisluscus, due volte losco, voce antiquata per losco, guercio.
Decio Cinti è, lui sì, un grande vecchio!
Ne esistono numerose varianti, come ad esempio questa:
L'appello è spesso accompagnato da un'immagine di un dettaglio tratto da un vocabolario, che riporta la definizione data nel messaggio.
Il senso del messaggio è che il nome Berlusconi deriva da "losco", quindi i sospetti sulla natura malandrina del Cavaliere sarebbero "confermati" da questa radice del suo cognome. Nomen omen, dicevano i latini, pertanto...
In realtà basta soffermarsi un momento sulla definizione data per notare che "losco" non ha il significato oggi dominante di "disonesto", ma un tempo significava "guercio", ossia "cieco da un occhio", senza connotazioni negative. Ancora oggi, i dizionari riportano questa definizione:
losco (arcaico o letterario lusco) aggettivo (plurale maschile -chi). 1. Di chi, per difetto della vista, è costretto a guardare stringendo gli occhi e aggrottando le sopracciglia; generic., guercio - estens. Di chi guarda torto per invidia, dispetto, indole cattiva o disposizione malevola. 2. fig. Dall'aspetto equivoco: un l. figuro; disonesto, illecito: affari l. -etim- Latino luscus "cieco da un occhio". Devoto-Oli, (c)1990, Casa Editrice Felice Le Monnier S.p.A., Firenze.
In altre parole, "berlusco" significa "due volte guercio", non "due volte disonesto". Chi vuole criticare il Cavaliere, pertanto, dovrà cercarsi un appiglio un po' più consistente.
L'aspetto più interessante di questa bufala è quello psicologico. Nonostante la smentita dell'interpretazione "losco = disonesto" sia sotto il naso di chi legge, il messaggio continua a circolare ampiamente in Rete. E' un'ottima dimostrazione del fatto che quando si crede ciecamente a una tesi al punto di perdere il proprio senso critico, si è disposti a ignorare anche l'evidenza più palese.
Non è una questione di intelligenza, cultura, idee politiche o educazione scolastica: è la mente umana che è fatta così, ed è un meccanismo che ricompare puntualmente nelle leggende metropolitane di ogni genere, politico o meno.
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