Se siete costretti a maneggiare frequentemente gli euro e notate che vi si arrossano le mani, parlatene con il vostro dermatologo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-10-2002]
Ringrazio un lettore (maspi) per avermi segnalato questo caso davvero interessante. Circola un e-mail che riporta un articolo di Science News, secondo il quale le monete bimetalliche da uno e due euro rilascerebbero una quantità di nichel, noto allergene per la pelle, fino a 320 volte maggiore del livello permesso dagli standard europei.
Detta così, la notizia puzza di bufala lontano un miglio: possibile che i cervelloni che hanno progettato l'euro in tutti i più minuziosi non abbiano pensato alle allergie da nichel, che sono un fatto noto e piuttosto diffuso? Infatti basta visitare siti istituzionali, come l'Agenzia delle Entrate per scoprire che è un "fenomeno ormai noto" che ci sono "reazioni allergiche che moltissime persone presentano al contatto prolungato con il nichel". La consapevolezza di questa condizione ha infatti "comportato l'uso limitato di questo metallo nell'Europa della moneta unica. E' stata in particolare la Svezia a chiedere di ridurre al minimo la presenza del nichel nelle monete europee, a favore di una lega a base di rame, il cosiddetto "nordic gold"."
Infatti stando al sito della Banca Centrale Europea le monetine da uno a cinquanta centesimi non contengono nichel, ma sono in acciaio ricoperto di rame o in "nordic gold" (una lega che non contiene nichel). Le uniche che contengono nichel sono quelle da uno e due euro: la moneta da due euro ha una parte esterna in rame-nichel e una parte interna in tre strati (nichel-ottone, nichel, nichel-ottone) e quella da un euro ha una parte esterna in nichel-ottone e una parte interna in tre strati (rame-nichel, nichel, rame-nichel). Quindi se un rischio nichel esiste, è limitato alle monete da uno e due euro.
Insomma, i geni della nuova moneta sapevano del problema e hanno fatto il loro dovere, adottando una soluzione estremamente cauta. Fine dell'indagine, andiamo a casa tranquilli? Macché.
Infatti la notizia è autentica. Nonostante tutte le cautele adottate, le monete da uno e due euro rilasciano davvero queste quantità spropositate di nichel e causano reazioni allergiche. Basta andare su Google e immettere "euro nichel allergie" per trovare numerosissime segnalazioni in proposito. Ho trovato anche un documento della Camera dei Deputati che è un resoconto stenografico della seduta del 2 luglio 2002, in cui si risponde a un'interrogazione sul problema del nichel negli euro e si citano alcuni dati molto interessanti: il nichel è da tempo usato nella monetazione europea ed è usato da più di un secolo. La moneta da 5 cent statunitense è in rame e nichel, tant'è vero che in americano la si chiama familiarmente nickel. Dal resoconto della Camera risulta che "la composizione dei metalli nelle monete euro fu decisa con regolamento CE n. 975/1998" tenendo conto "della direttiva comunitaria 76/796/EEC [...] recepita [...] con decreto ministeriale 21 marzo 2000, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale [...] n. 138 del 15 giugno 2000". L'interrogante, Andrea Annunziata, nota che "non era mai stata raggiunta la percentuale oggi presente nelle monete da 1 e 2 euro: si tratta del 25 per cento. Le direttive CE sono precise in tal senso [...] e pongono il limite al 16 per cento". Annunziata parla di "denunce per migliaia di casi di ricoveri per allergie da contatto da nichel".
Ma la conferma più autorevole è la pubblicazione di uno studio in proposito sulla rivista Nature del 12 settembre 2002. Lo studio, intitolato "Metallurgy: High nickel release from 1- and 2-euro coins", di Frank O. Nestle, Hannes Speidel e Markus O. Speidel, esperti in dermatologia e metallurgia, spiega come sia avvenuta questa svista: le due monete sono bimetalliche, e in presenza di sudore viene generato un potenziale di 30-40 millivolt che induce un'imprevista corrosione. La corrosione libera il nichel, e il gioco è fatto.
Il testo integrale dello studio è disponibile soltanto a pagamento, ma dalle sintesi che ne circolano in Rete risulta che si è svolto applicando le monete alla pelle di volontari che si sapeva essere affetti da allergia al nichel. Tutti hanno manifestato reazioni allergiche variabili dall'arrossamento alla formazione di bolle cutanee.
Ma allora come mai non c'è un'epidemia di allergie da euro (a parte i casi segnalati dal documento della Camera)? Semplice: di solito non si va in giro con le monete appiccicate addosso. Il nichel viene rilasciato soltanto in presenza prolungata di sudore, quindi occorre che la persona allergica maneggi continuamente le euromonete, cosa che non capita molto spesso. Capita però ad alcune categorie specifiche di persone: quelle che lavorano alle casse dei supermercati, dei negozi e dei bar.
Pertanto se siete costretti a maneggiare frequentemente gli euro e notate che vi si arrossano le mani, parlatene con il vostro dermatologo. Non è una bufala, insomma: è un problema circoscritto ma reale.
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