In Venezuela l'annunciata proposta del governo ora è legge. L'amministrazione pubblica venezuelana è obbligata a usare programmi a codice sorgente ispezionabile e modificabile.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-12-2004]
Proprio sul finire del 2004, il Presidente Chavez ha emanato l'annunciato decreto con cui la pubblica amministrazione venezuelana migrerà i propri sistemi informatici verso software open entro i prossimi due anni.
Il decreto obbliga il ministro per la scienza e la tecnologia a presentare entro i prossimi tre mesi un progetto per assicurare una passaggio indolore di tutta la pubblica amministrazione verso programmi Open Source. Durante questi tre mesi, tutti i ministeri saranno richiesti di valutare le proprie esigenze tecnologiche, di formare il proprio personale sull'uso di software libero, e di studiare una efficiente migrazione dei propri sistemi verso tale software. A questi progetti verrà poi data attuazione nei successivi 24 mesi.
IBM e Novell hanno annunciato di esser della partita, promettendo aiuti, ovviamente interessati, per promuovere Linux. Ma sulla strada verso l'open source, il governo troverà molti ostacoli: la maggior parte degli utilizzatori di computer si sono formati su software Microsoft e la stessa casa di Redmond è riuscita a convincere il ministero dell'istruzione a firmare un contratto a lunga scadenza in cambio di centinaia di computer per le scuole pubbliche.
Ma non tutti, nemmeno a Caracas, si rendono conto delle successive ricadute formative, occupazionali e competitive che comporterà l'indipendenza informatica e la creazione di una proprietà condivisa dei codici sorgenti. Peccato che l'Italia preferisca affidarsi alle cure del magico Bill.
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