Il Nuovo fa confusione

Pubblichiamo una lettera aperta che fa seguito della pubblicazione dell'articolo "Bill Gates al Senato: i no-global si preparano". Che c'entrano i no-global con i promotori dell'open source?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-01-2003]

Cara Redazione di Zeus News,
Vi invio copia della lettera di proteste che ho mandato (in cartaceo e per mail) alla redazione de Il Nuovo.La lettera è a seguito della pubblicazione dell'articolo, a firma di Giancarlo Castelli, dal titolo: "Bill Gates al Senato: i no-global si preparano", tuttora visibile a questo indirizzo.

Cordiali saluti.
Adriano Sponzilli

Spettabile Redazione de Il Nuovo,
sono a scriverVi in relazione all'articolo in oggetto, apparso sul Vostro giornale a firma di Giancarlo Castelli.

Ritengo che il pezzo in questione contenga varie inesattezze, ma soprattutto che per l'impostazione generale della sua redazione possa instillare molte false convinzioni nei lettori meno informati.

Tutto l'articolo, a partire dal titolo, parla delle reazioni che il movimento "promotore del free software e dell'open source", allegramente identificato con il movimento "no-global", starebbe preparando rispetto alla conferenza di Bill Gates in Senato del prossimo 31 gennaio. Si citano interventi su differenti mailing-list, un sondaggio on-line, un certo numero di siti. Tutti promossi e etichettati sul campo come "anti-global".

Così, nel vostro articolo, diventano tutti antagonisti. Lo diventa un portale informativo sulla distribuzione Debian (une delle più diffuse distribuzioni del sistema operativo GNU/Linux), lo diventa una testata giornalistica on-line di Milano, lo diventa un sito informativo dedicato a Linux. Diventa antiglobalizzatrice l'Associazione Software Libero, che è invece la principale associazione italiana che si occupa di diffondere la filosofia del software libero. E lo diventa anche l'associazione milanese OpenLabs, che invece la propria apartiticità e equidistanza rispetto ai vari interlocutori politici, nel perseguimento del valore della libertà nell'informatica, l'ha scritta a caratteri cubitali nello statuto. Secondo il tenore dell'articolo, sono tutti quanti "siti anti-global che promuovono l'uso dell'Oss".

L'articolo si chiude dicendo che il movimento "si prepara ad accogliere il nemico" e che comunque si vuole "mantenere la tensione alta", espressione che ricorda molto la terminologia anni '70 del "mantenere alto il livello della tensione e dello scontro". Si chiosa, infine, con una citazione biblica del vecchio testamento che parla di abbattere altari, colonne, pali e dare alle fiamme immagini.

Attribuire appartenenze politiche è operazione molto delicata, che va fatta con estrema attenzione. Quello che si è scritto è quanto meno non politically correct, anche a non voler considerare gli sforzi enormi fatti da questo movimento del software libero per affermare che questo non ha coloritura politica e non può essere ricondotto a questa o a quella parte.

Rispetto alle due associazioni nominate, sarebbe stato poi giusto puntualizzare che le mailing-list presenti sui loro siti, dalle quali si è attinto nella redazione del pezzo, non esprimono posizioni ufficiali delle associazioni, ma sono forum di discussione liberi e aperti a tutti, anche a non iscritti. Lo stesso deve dirsi del sondaggio on-line, nel quale tutti possono votare solamente collegandosi al sito.

Più in generale, si crea un danno immenso e si rende un pessimo servizio all'informazione, se si fa passare nell'opinione pubblica l'equazione per la quale i sistemi di software libero, sono i sistemi operativi usati dalla gente di sinistra. L'idea che GNU/Linux abbia una coloritura politica e lo si debba scegliere o rifiutare in base alla propria identità politica è sbagliata e pericolosa. Questo tipo di semplice rappresentazione è stata suggerita più volte dalla stampa, non sempre in buona fede temo. Il sillogismo è banale: GNU/Linux è un sistema operativo gratuito, quindi piace a coloro che credono nella collettivizzazione delle proprietà, quindi è nemico del mondo dell'economia e degli affari. Bisognerebbe invece fermarsi a spiegare che ci sono imprese che nel software libero vivono e lavorano, e producono fatturati ingenti. Spiegare che ci sono fior di studi economici che spiegano come mai la società americana Red Hat da anni vanta bilanci positivi, nonostante il proprio prodotto software possa essere liberamente copiato e ridistribuito dai propri utenti. Spiegare che anche in Italia c'è una imprenditoria emergente che ha scelto il software libero come modello produttivo, creando realtà economiche valide e competitive.

Non è chiaro il concetto di "OSS, Open source system" che l'articolista definisce "accesso gratuito al sistema". E' una nozione del tutto inedita, ed errata. Il software libero non è software al quale si accede gratuitamente. La gran parte dei programmi appartenenti a questa tipologia sono anche gratuiti, ma esistono programmi di software libero che sono a pagamento, la libertà di distribuzione, poi, fa si che in concreto sia possibile accedervi in maniera gratuita in maniera perfettamente lecita. Ma le libertà che caratterizzano il software libero sono altre: è la possibilità di accedere al sorgente, di studiarlo, di sapere come funzionano i programmi che usiamo sulle nostre macchine, la libertà di modificarli ad uso personale. E infine la libertà di creare programmi derivati da programmi già esistenti. Non è una questione di gratuità o di pagamento. E' una questione di libertà personali degli utenti ed è una questione di diverso modello economico.

Non è un mistero che alcuni concetti di condivisione dell'informazione e di sviluppo cooperativo dei prodotti, che sono propugnati dal movimento del software libero, trovano interesse da parte del movimento dei social forum. Ma è un errore madornale attribuire per questo una etichettatura. D'altra parte, esiste anche un pensiero di destra che trova di un certo interesse il software libero, visto che la possibilità data alle aziende di porsi in concorrenza fra di loro riducendo, attraverso l'esistenza di un patrimonio condiviso di software già sviluppato e riutilizzabile da tutti, il gap dato delle rendite di posizione acquisite, realizza una condizione di mercato concorrenziale, caro al pensiero liberale smithiano.

Il signor Bill Gates, peraltro, non è, come si è scritto, "il nemico", e non è neppure un "odiato personaggio". E' solamente il massimo esponente mondiale di un certo modello si sviluppo, che noi riteniamo sbagliato e al quale ne contrapponiamo un altro, più virtuoso economicamente e socialmente. Nessuno ha intenzione di fare chi sa quali azioni per "tenere alta le tensione", o per alzare il livello del conflitto. Assolutamente nessuno lo "caccerebbe volentieri a pedate". Queste sono affermazioni giornalistiche offensive per chi si occupa di software libero. Semplicemente, come cittadini ci domandiamo se una istituzione pubblica di grandissimo prestigio come il Senato della Repubblica e il suo Presidente, la seconda carica dello Stato, non dovrebbero, dato atto che esiste un dibattito aperto su quale sia il modello di sviluppo in ambito tecnologico e informatico da preferirsi, mantenere una doverosa equidistanza fra le diverse idee, dando voce a entrambe. Il signor Gates è sicuramente un esperto di altissimo livello in globalizzazione e tecnologie, ma è prima di tutto un imprenditore, anzi uno dei principali fornitori della nostra Pubblica Amministrazione, che ogni anno guadagna milioni di euro, provenienti dal bilancio dello Stato, con la vendita di licenze alle varie amministrazioni. Non si tratta proprio di un esperto indipendente e disinteressato. Si aggiunga anche che si tratta di un imprenditore straniero, neanche comunitario, che opera in un mercato che fa uscire ogni anno ingenti capitali dal nostro paese, pesando in negativo sulla bilancia commerciale, senza creare né know-how, né ricchezza in Italia.

In tutta l'Unione Europea e in molti altri paesi del mondo governi e amministrazioni mostrano grande attenzione alle possibilità di miglior realizzazione degli interessi pubblici che il software libero potrebbe offrirgli, non solo sotto il profilo dei possibili risparmi economici, ma soprattutto per la maggiore indipendenza rispetto ai produttori di software (solitamente stranieri), per il maggior controllo sulla sicurezza, per la possibilità di creare competenze e infrastrutture economiche sul proprio territorio e non limitarsi a pagare quelle di altri paesi. Con un comunicato stampa dell'8 luglio 2002 la Commissione Europea ha pubblicato i risultati di uno studio intitolato "Pooling Open Source Software" e finanziato dalla IDA (Interchange of Data between Administrations, secondo questo studio sarebbe necessario che tutte le nazioni aderenti all'Unione condividessero il software sviluppato internamente mediante licenze Open Source. Il motivo principale è quello di tagliare i costi dell'e-Government, che solo in quest'anno salirà del 28% fino a raggiungere 6,6 miliardi di euro. Anche in Italia è stata di recente istituita una Commissione di studio relativa all'uso di software libero nella Pubblica Amministrazione presso il Ministero per l'innovazione tecnologica, presieduta dal Prof. Meo. Inoltre, sono depositate in parlamento proposte di legge su questa tematica, la prima delle quali avanzata proprio dal Sen. Cortiana citato nell'articolo.

Di fronte a tutti questi segnali è naturale che la Microsoft, il cui modello imprenditoriale è, ad oggi, antitetico a quello del software libero, mostri inquietudine. In tempi recenti Bill Gates ha fatto visite in Perù e in India, a tutela dei propri interessi. Si è affrettato ad andare in paesi che sembravano particolarmente propensi a far passare le proprie amministrazioni a modelli di software libero. E' naturale che un imprenditore si muova a difesa dei propri interessi ed è perfino naturale che tenti di fare lobbying. Meno naturale è che le condotte lobbistiche vengano accolte con entusiastica deferenza dalla presidenza di un ramo del parlamento. Ma chi tenta di osservare questo, come abbiamo visto, secondo la stampa è per forza un "anti-global".

Esprimo delusione per come la notizia è stata trattata dal Vostro giornale e auspico che vogliate pubblicare doverose precisazioni, eventualmente premurandoVi, questa volta, di interpellare soggetti rappresentativi.

Cordiali saluti.
Adriano Sponzilli

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.

Commenti all'articolo (3)

Marco
Troppo buono Leggi tutto
13-1-2003 21:42

Michele
Ben detto! Leggi tutto
13-1-2003 12:21

Michele Bendazzoli
Finalmente un po' di chiarezza Leggi tutto
13-1-2003 12:19

La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
Come credi che sarà la vita per la maggior parte della gente nel 2100?
Un idillio ipertech.
Grossomodo come adesso, con qualche giocattolo in più e/o in meno.
Roba da candelabri, biciclette e abaco.
Terribile, da gente allo sbando, senza più civiltà.
Non ci sarà più. Ormai saremo estinti, o sull'orlo dell'estinzione.

Mostra i risultati (3564 voti)
Aprile 2024
TIM, altre ''rimodulazioni'' in arrivo
L'algoritmo di ricarica che raddoppia la vita utile delle batterie
Hype e Banca Sella, disservizi a profusione
Falla nei NAS D-Link, ma la patch non arriverà mai
La navigazione in incognito non è in incognito
Le tre stimmate della posta elettronica
Amazon abbandona i negozi coi cassieri a distanza
Marzo 2024
Buone azioni e serrature ridicole
Il piano Merlyn, ovvero la liquidazione di Tim
Falla nelle serrature elettroniche, milioni di stanze d'hotel a rischio
L'antenato di ChatGPT in un foglio Excel
La valle inquietante
La crisi di Tim e la divisione sindacale
La fine del mondo, virtuale
WhatsApp e Messenger aprono agli altri servizi di chat
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 23 aprile


web metrics