La Corte Suprema della Nuova Zelanda ha deciso che gli USA dovranno rispedire a Kim Dotcom tutti i dati sottratti e distruggere ogni copia in loro possesso.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-05-2013]
Già un anno fa il giudice Helen Winkelmann della Corte Suprema della Nuova Zelanda aveva dichiarato illegale il raid condotto all'inizio del 2012 a casa di Kim Dotcom, durante il quale erano stati sequestrati diversi beni (molti dei quali sotto forma di hard disk contenenti dati) appartenenti al fondatore di Megaupload.
Ora lo stesso giudice ha stabilito che la polizia neozelandese deve passare al setaccio tutto il materiale illegalmente sequestrato, separare ciò che è attinente al procedimento legale in corso da ciò che non lo è e restituire quest'ultimo.
Il fatto è che i mandati in base ai quali è stato condotto il raid erano così pieni di falle e approssimativi da aver mandato a monte l'intera raccolta di prove che si intendeva compiere.
«Le carenze presenti nei mandati e, di conseguenza, nelle perquisizioni, erano più che tecniche. Erano tali da rendere nulli i mandati stessi» ha dichiarato il giudice Winkelmann.
«I mandati» - ha poi proseguito - «non potevano autorizzare il sequestro permanente di hard drive e materiale digitale sulla base della possibilità che potessero contenere del materiale rilevante, senza alcun obbligo di verificare tale rilevanza».
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Né consentivano all'FBI di ottenere i 150 Tbyte di dati che l'agenzia statunitense si è fatta consegnare in copia dalla polizia neozelandese, perlomeno non senza aver prima verificato prima che contenessero informazioni utili al caso.
Ancora, il giudice Winkelmann ha stabilito che l'FBI non aveva alcun diritto di «tenere gli accusati lontano dai loro stessi dati, compresi i dati irrilevati per le accuse».
Pertanto, i drive contenenti le copie dei dati devono essere immediatamente restituiti, e ogni ulteriore copia in possesso dell'FBI deve essere distrutta.
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ant_villani