Torna lo storico marchio, trasformato in un servizio di musica in streaming: 10 euro al mese per 20 milioni di brani da ascoltare senza limiti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-06-2013]
Napster è tornato, e stavolta è perfettamente legale.
Per chi frequenta Internet da un po', Napster è un nome che evoca i primordi del file sharing e le battaglie condotte contro quella che divenne la più grande piattaforma di distribuzione illegale di musica.
Napster era infatti il client di un programma di condivisione file peer-to-peer che alla fine degli anni '90 era sinonimo di "download libero, gratuito e illegale".
La sua debolezza - l'aver bisogno di server per funzionare - ne segnò la fine nel 2001, quando un giudice ordinò la chiusura di quegli stessi server a causa delle violazioni al copyright perpetrate attraverso di essi; la popolarità raggiunta, però, fece sì che il marchio non sparisse.
Nel corso degli anni passò di mano in mano finché, all'inizio del 2012, approdò a Rhapsody, un servizio di streaming musicale in abbonamento, il quale promise che l'avrebbe riportato in vita, seppure sotto una nuova forma.
Ora, un anno e mezzo dopo, tale promessa è diventata realtà. Napster è sbarcato in 14 Paesi europei, tra cui l'Italia, per offrire la piattaforma di Rhapsody là dove la memoria dell'originale software è ancora viva.
Se c'è voluto tanto tempo prima del lancio è perché Napster non rappresenta semplicemente un marchio apposto ai servizi di Rhapsody: i mesi trascorsi dall'acquisizione sono stati impiegati per creare versioni adeguate a ognuno degli Stati in cui ora il servizio viene lanciato.
«Non puoi accontentarti di rendere disponibile un grande contenitore di canzoni e aspettarti che la gente lo compri: devi adattarti alle diverse lingue, ai contenuti e alla programmazione locale. Quel che è rilevante in Portogallo non è detto che lo sia anche in Germania» ha dichiarato Jon Irwing, CEO di Rhapsody.
Per 9,95 euro al mese è possibile accedere al catalogo di Napster/Rhapsody ed ascoltare, in streaming web e mobile e senza interruzioni pubblicitarie, le canzoni presenti in un catalogo che comprende 20 milioni di brani.
Per un periodo di tempo limitato sarà possibile iscriversi ed effettuare un prova gratuita, della durata di 30 giorni, trascorsi i quali si potrà sottoscrivere l'abbonamento oppure abbandonare il servizio.
Ovviamente, Napster sa che la concorrenza è e sarà feroce. Non solo deve battere rivali quali Pandora o Spotify, ma anche il recente Google Play Music All Access e l'imminente iRadio di Apple (o comunque si chiamerà il servizio) che, sebbene in ritardo, hanno alle spalle dei giganti.
«Sappiamo che in pochi anni soltanto pochi attori sopravviveranno in questo mercato» ha ammesso Jaimee Minney, portavoce di Rhapsody. La speranza è quindi che la capacità di sopravvivere mostrata da Napster sia ancora viva.
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