Pessima figura delle ADSL: gli utenti ottengono meno di ciò per cui pagano.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-06-2013]
In Europa, la banda larga non è poi così larga: a fronte di promesse altisonanti (che vengono poi ridimensionate dai caratteri in piccolo) i consumatori europei non hanno quello per cui pagano.
A rivelarlo è un recente studio dell'Unione Europea che, a dire la verità, in realtà non fa altro che sancire ufficialmente una situazione di cui tutti hanno esperienza.
Non è un caso se i vari ISP promettono velocità massime e non minime: quello che vendono è in realtà una velocità nominale che poi nella realtà non viene raggiunta quasi mai e a volte è addirittura molto lontana da quanto promesso.
A livello generale, la velocità media in tutti i Paesi europei calcolata considerando tutte le tecnologie a banda larga è di 19,47 Mbit/s nelle ore di punta, ossia il 74% di quella pubblicizzata: come dire che, in media, si ottiene appena poco più di due terzi di quanto promesso.
Considerando singolarmente le varie tecnologie, poi, emergono ancora meglio le differenze; i servizi in fibra ottica arrivano a 41,02 Mbit/s (84,4% di quanto promesso), quelli via cavo a 33,10 Mbit/s (91,4%) e i servizi xDSL, quelli più diffusi, sono il fanalino di coda: solo 7,2 Mbit/s, pari al 63,3% della velocità nominale.
Tutto ciò riguarda la velocità in download; per quanto riguarda l'upload la velocità media generale corrisponde all'88% di quanto promesso, ossia 5,02 Mbit/s.
Da questo punto di vista - quello che si può sintetizzare con mal comune, mezzo gaudio - l'Italia delle xDSL non è messa malissimo, posizionandosi perfettamente all'interno della media con una velocità di download pari al 60,4% delle promesse; ma è la media europea stessa (60,3%) a essere bassa.
Ci si può consolare constatando che Francia e Regno Unito, per quanto riguarda le xDSL, stanno peggio di noi: mantengono rispettivamente il 40,4% e il 44,7% di quello che promettono.
Nello specifico, nel nostro Paese la velocità media in download su xDSL è di 5,91 Mbit/s, mentre quella in upload è di 0,53 Mbit/s. Molto alto il tasso di pacchetti di dati persi: l'1,76% di quelli trasmessi, in media, ha questo destino. La colpa è attribuita in buona parte ai vecchi cavi di rame lungo i quali i dati si degradano.
Tutti i dati elencati sinora dallo studio europeo sono da considerarsi preliminari: la ricerca andrà avanti infatti sino alla fine del prossimo anno, e c'è ancora la possibilità di candidarsi per farne parte.
Non occore fare altro che compilare l'apposito modulo online e, se si viene selezionati, collegare l'apparato di misurazione (Whitebox) al proprio modem o router.
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Per assicurarsi che i dati abbiano la massima precisione possibile, infatti, l'UE non si affida a misuratori software da installare sul PC, dove le prestazioni possono essere influenzate da vari fattori, ma adopera hardware apposito da collegare direttamente alla linea.
In attesa dei risultati definitivi, il Commissario per l'agenda digitale Neelie Kroes ha commentato: «Si tratta del primo caso in cui la differenza fra la velocità pubblicizzata e quella reale della banda larga viene confermata attraverso dati affidabili e comparabili».
Lo scopo di tutte queste misurazioni, per il Commissario Kroes, è offrire ai consumatori la possibilità di fare delle scelte consapevoli e fornire «la prova della necessità di creare un mercato unico realmente connesso».
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