[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-03-2018]
Ha scatenato immediatamente una marea di polemiche l'ultimo sondaggio che Facebook ha sottoposto ad alcuni dei propri utenti.
In pratica, ha chiesto loro se sarebbero d'accordo con l'avallo dell'adescamento di minori tramite il social network. L'articolo continua qui sotto.
Le risposte possibili, così come catturate da uno screenshot del giornalista del Guardian Jonathan Haynes, sono: «Questo contenuto dovrebbe essere accettato su Facebook, e non mi creerebbe disturbo vederlo»; «Questo contenuto dovrebbe essere accettato su Facebook, ma non voglio vederlo»; «Questo contenuto non dovrebbe essere accettato su Facebook, e nessuno dovrebbe poterlo vedere» e «Non ho opinioni su questo argomento».
Che cosa manca? Qualcosa del tipo «Un messaggio del genere dovrebbe essere immediatamente segnalato alla polizia», per esempio.
C'è di più: Facebook sembra credere di costituire un mondo a parte, in cui le leggi dei singoli Stati in fondo non hanno un vero valore.
Sempre riguardo alla stessa situazione - un adulto che chiede foto osé a una minorenne - un'altra domanda chiede agli utenti di scegliere chi, in questo caso, «dovrebbe decidere le regole» da seguire in proposito.
«Facebook dovrebbere decidere in autonomia», «Degli esperti esterni dovrebbero decidere le regole e spiegarle a Facebook» e «Gli utenti di Facebook dovrebbero decidere le regole con un voto e spiegarle a Facebook» sono le alternative proposte.
Da nessuna parte viene menzionato il fatto che, nella maggior parte delle nazioni, un comportamento come quello ipotizzato è un reato nel mondo reale, e non c'è bisogno di decidere alcunché: la legge già definisce quella situazione.
Non appena le proteste sono esplose, il social network ha pensato di correre ai ripari: un portavoce ha dichiarato che l'adescamento di minori su Facebook è vietato, e non ci sono piani per cambiare questa situazione.
Perché allora spedire un sondaggio tanto controverso? Secondo il portavoce, semplicemente perché di tanto in tanto a Facebook piace ricevere «dalle persone un feedback sugli standard della comunità».
«Capiamo» - ha concluso il sito in blu - «che questo sondaggio fa riferimento a contenuti offensivi che sono già proibiti su Facebook e non abbiamo alcuna intenzione di permetterli. Perciò abbiamo fermato il sondaggio».
Sarà anche vero, ma questa dichiarazione ha tutta l'aria di una pezza messa in fretta e furia dopo aver constatato le dimensioni del vespaio sollevato. Viene comunque da chiedersi quale altra reazione pensassero mai di ottenere rivolgendo domande come quelle.
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