Nei prossimi mesi da Cupertino usciranno meno prodotti. Se la legge della domanda e dell'offerta è vera, Apple dovrà farsi qualche domanda sulla propria politica di vendite.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-02-2008]
A guardare da fuori, sembrerebbe un momento d'oro per Apple. Il lettore Mp3 per definizione è l'iPod, l'iPhone è l'oggetto del desiderio di molti, i prodotti della Mela in generale destano ammirazione per la funzionalità (sì, anche Leopard, nonostante le pecche) ed estetica. Insomma, a Cupertino sembrano non sbagliare un colpo.
Tuttavia giunge la notizia di un taglio alla produzione di iPod, iPhone e MacBook per il primo quarto dell'anno. La notizia si unisce a quella che riporta l'andamento delle azioni Apple, che dall'inizio dell'anno hanno perso il 38%. Steve Jobs è ottimista e intravede una ripresa in primavera, ma intanto la situazione non è delle più rosee.
Alcuni, in queste ore, stanno provando a motivare questo scivolone di inizio anno, analizzando i vari prodotti singolarmente e mettendoli in relazione con la situazione economica nel suo complesso.
Secondariamente, i prodotti. L'iPhone, per esempio, è un bell'oggetto, ma al di là dell'apparenza da tempo molti ne segnalano le carenze rispetto ad altri prodotti probabilmente meno eleganti, privi di touchscreen ma dotati di più funzioni. Inoltre è "blindato": certamente può essere sbloccato, ma invalidando così la garanzia (e non tutti sono disposti a rischiare) e possedendo come prerequisito capacità tecniche di base.
L'iPod è un gran successo, ma per quanto riguarda la versione Touch valgono considerazioni simili a quelle fatte per l'iPhone: bello è bello, ma la versione classica costa meno ed è più capiente (almeno fino all'introduzione dei nuovi modelli da 32 Gb, che hanno ridotto il divario a fronte di un prezzo di quasi 500 dollari). Inoltre la concorrenza, che ha prezzi inferiori proprio per cercare di contrastare l'evidente supremazia, è agguerrita.
Infine i MacBook, il cui calo della produzione secondo alcuni prelude a un aumento, invece, di quella degli iMac. Certo, si può anche considerare che rispetto a un equivalente computer con Windows o Linux un MacBook costa di più, ma difficilmente i fan della Mela si fanno fermare da contrattempi come questo, e probabilmente a ragione (anche perché sostengono che un Apple duri più a lungo di un comune Pc). Tuttavia, in tempi di economia non favorevole, qualche tiepido devoto potrebbe decidere di risparmiare qualcosina e gettarsi tra le braccia del nemico, almeno temporaneamente.
A ogni modo, quand'anche la colpa fosse da attribuire tutta all'economia, non farebbe male a Apple riconsiderare la propria politica dei prezzi, per vedere se effettivamente c'è corrispondenza tra quanto richiesto agli acquirenti e quanto offerto.
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