Il servizio è ora disponibile per tutti i cittadini americani, i quali devono fidarsi delle promesse di Google sulla protezione dei loro dati.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-05-2008]
"Google Health è il nostro prodotto che porta le informazioni mediche dei nostri utenti online, dove essi possono consultarle, controllarle e usarle per avere le migliori cure. E sono felice di dire oggi che non si tratta più solo di parole. Abbiamo davvero un prodotto".
Le parole di Marissa Meyer, vicepresidente senior di Google, hanno dunque tolto gli ultimi veli al servizio di gestione online dei dati sanitari annunciato da Google tre mesi fa e che ora, finalmente, entra in beta al pari di altri servizi come Gmail e Google News, in questa fase da tempo immemorabile.
I dati medici potranno essere importati se già registrati nei database di strutture sanitarie partner di Google, quali la Cleveland Clinic con la quale era stato avviato il progetto pilota. Gli stessi dati potranno poi essere esportati verso terze parti, le quali potranno sviluppare dei tool compatibili tramite le Google Health Api pubblicamente rilasciate, come ha fatto la American Heart Association.
Già al tempo dell'annuncio la discrezione e la sicurezza del trattamento di dati così sensibili erano state al centro dell'attenzione, superando in importanza l'utilità del ritrovamento e della gestione facile di tutte quelle informazioni che si accumulano durante una vita intera a che generalmente sono affidate alla carta, il cui volume cresce costantemente in maniera considerevole.
Il fatto che Google conservi la posta, la cronologia delle ricerche sul Web e i documenti realizzati con i programmi online è già per qualcuno abbastanza preoccupante; aggiungervi anche i dati più personali esistenti, con il timore che vengano diffusi o peggio venduti, può far immaginare scenari poco piacevoli.
Per questo Roni Ziegler, product manager di Google Health, ci tiene a precisare che il servizio "si preoccupa della privacy e ne lascia il controllo a ogni utente. L'utente decide chi dovrebbe aver accesso alle informazioni, e può cambiare idea in qualsiasi momento. Non venderemo alcun dato, e non lo condivideremo con alcuno a meno che l'utente non lo chieda esplicitamente".
Google non si azzarderà mai a mettere in relazione tra loro tutte le informazioni che possiede su una persona, ci viene detto; tuttavia ciò non è completamente rassicurante, perché esiste sempre il pericolo di un attacco da parte di pirati informatici o, almeno nello scenario statunitense, di un'ingiunzione da parte di un giudice o della Sicurezza Nazionale. Potrà Google opporsi alle autorità federali?
Nonostante il servizio venga unanimemente riconosciuto come utile e pratico, restano dunque alcune perplessità concrete circa la condivisione e la protezione dei dati. Per quanto riguarda la condivisione, il problema è che al momento l'utente può decidere di condividere tutte le informazioni o nessuna, ma non può scegliere di condividerne solo una parte; per questo Ziegler ha annunciato che si sta già lavorando su un "approccio più granulare".
Quanto alla protezione dei dati, invece, il fatto è che le informazioni, una volta fornite a Google Health, non ricadono più sotto l'Health Insurance Portability and Accountability Act, cioè la normativa che le protegge quando sono nelle mani dei dottori. In altre parole, non avendo alcuna garanzia dalla legge federale, i cittadini americani dovranno semplicemente fidarsi di Google.
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