La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo riconosce l'autonomia degli Stati per le questioni che sollevano problemi etici.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-11-2011]
Più di dieci anni fa, nel 2000, due coppie austriache si rivolsero alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo per protestare contro la legge del loro Paese, che vieta la fecondazione eterologa in vitro.
Il primo aprile 2010 la Corte riuscì a emettere una prima sentenza dando ragione alle coppie: il divieto sarebbe stato ingiustificato e, anzi, avrebbe costituito una violazione dei diritti dell'uomo garantiti dalla convenzione europea.
A quanto pare, i legislatori austriaci hanno fatto bene a non precipitarsi ad adeguare le proprie norme: la Grande Camera, ultimo grado di giudizio della stessa Corte, ha ribaltato la sentenza.
Nel caso particolare, l'Austria ammette la fecondazione eterologa in vivo, ma non quella in vitro, e ciò non viola i diritti sanciti dalla convenzione.
Quest'ultima sentenza verrà con ogni probabilità tenuta in considerazione nel valutare il ricorso di quella coppia italiana che si è rivolta a Strasburgo per protestare contro la legge 40 e sono all'incirca nella stessa situazione delle coppie austriache, essendo vietata la fecondazione in vitro.
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