Se Grillo e Rodotà vanno uniti alle elezioni

Sarà possibile una convergenza elettorale attraverso la Rete tra l'ex garante per la privacy e il comico-blogger?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-04-2012]

Stefano Rodota Beppe Grillo

Tutti temono, oggi, un exploit elettorale del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, nato e cresciuto attraverso la Rete.

I sondaggi lo danno infatti attorno al 7%, ben al di là non solo dell'attuale tetto del 4% che occorre superare per accedere al Parlamento, ma anche di quello che si ipotizza nella nuova legge elettorale che i partiti tradizionali si appresterebbero ad approvare.

Anche un altro soggetto politico si sta però affacciando all'orizzonte: sono i cosiddetti benecomunisti, cioè il gruppo nato da un appello, apparso sul quotidiano Il Manifesto, scritto da intellettuali già di sinistra che vogliono reagire alla crisi dell'economia e della politica tradizionale difendendo e promuovendo i beni comuni: l'acqua,il territorio, la sanità pubblica, la Rete.

Tra questi intellettuali, il più autorevole è Stefano Rodotà, padre dell'attuale legge sulla privacy (di cui è stato il primo Garante) che torna in campo dopo una lontana esperienza politica quale deputato della Sinistra Indipendente e fondatore dei DS (era anche stato a un passo dal diventare Presidente della Camera, ma il PDS nel 1992 gli preferì Giorgio Napolitano).

Che cosa c'è di più lontano da Grillo del professor Rodotà? Grillo grida, insulta, è un grande attore comico; Rodotà è fin troppo serio, pacato, garbato, incline solo al ragionamento.

Eppure tutti e due sono "moralisti integrali", tutti e due hanno vinto il referendum contro la privatizzazione dell'acqua, vogliono proteggere la Rete dai rischi della lotta al copyright, tutti e due sono distanti anni luce dalla sinistra tradizionale e dai suoi leader.

Potrebbero unirsi? Grillo potrebbe integrare le sue liste per la Camera, formate da giovani rappresentanti scelti in Rete, con prestigiosi docenti universitari come Rodotà, Luciano Gallino o il sociologo Marco Revelli?

In quel caso, per il PD Grillo sarebbe molto di più che una già pericolosa insidia.

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Pier Luigi Tolardo