Tempeste solari, non siamo preparati

Occorre riunire tutte le informazioni disponibili per poter prevedere eventi che potrebbero avere conseguenze catastrofiche.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-04-2012]

tempeste solari

Come ormai dovrebbe essere noto, il Sole sta raggiungendo il picco nel proprio ciclo di attività, che ha una durata di 11 anni.

Conseguenza di ciò sono le tempeste magnetiche sempre più potenti che investono anche la Terra e che possono avere conseguenze sugli strumenti tecnologici che utilizziamo.

Abbiamo già avuto prova di interferenze nei sistemi di comunicazione radio proprio a causa di questi fenomeni e si ricordano eventi, come quello del 1859, in cui le tempeste geomagnetiche influirono sulle infrastrutture dei telegrafi.

Più di recente, nel 1989, una tempesta solare causò miliardi di dollari nel Québec a causa dei blackout prodotti.

Oggigiorno l'utilizzo sempre più esteso di apparecchiature sensibili alle interferenze elettromagnetiche spinge a ritenere necessario avere dati statistici significativi con cui riuscire a stimare l'intensità e il momento di apparizione delle prossime tempeste.

Le tempeste solari possono danneggiare le reti di distribuzione dell'energia elettrica, danneggiare i satelliti e interferire con i sistemi di navigazione degli aerei.

Per tutti questi motivi, con un articolo su Nature, Mike Hapgood del Rutherford Appleton Laboratory ha proposto la creazione di una banca dati in cui raccogliere tutte le informazioni in nostro possesso.

Se si riuscisse a prevedere con un anticipo accettabile l'inizio di una tempesta solare di eccezionale entità si potrebbero prendere le contromisure necessarie a mitigarne gli effetti.

«Sul lungo periodo» - spiega Hapgood - «ancora non abbiamo idea di quale sia la portata massima di una tempesta solare per la quale dovemmo prepararci».

«Molti dati storici» - continua lo scienziato - «esistono solo su carta, a volte scritti a mano. Si tratta anche di date sulla ionosfera, che ci permettono di risalire di 80 anni, e dati magnetici che risalgono a 170 anni fa».

La digitalizzazione di questi dati permetterebbe di «simulare gli eventi estremi prima che accadano».

Per Hapgood le tempeste solari «sono un rischio ambientale per la società e l'economia, al pari di terremoti, eruzioni vulcaniche e inondazioni».

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