Memorizzare dati nel DNA delle cellule (per ora solo un bit)

Ora il DNA stesso può essere usato come una memoria riscrivibile per conservare informazioni.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-05-2012]

dna riscrivibile bit

Ci sono voluti tre anni di lavoro e 750 tentativi prima di trovare il sistema giusto, ma ora un team di ricercatori dell'Università di Stanford è riuscito a conservare informazioni all'interno di un cromosoma, direttamente nel DNA.

Gli scienziati hanno utilizzato materiale genetico proveniente da un virus che infetta i batteri e l'anno immesso nel DNA di alcune colonie di batteri Escherichia Coli.

Hanno così ottenuto un filamento di DNA con degli indicatori in grado di mostrare agli enzimi il modo in cui il DNA stesso può essere "tagliato" e "reincollato" con l'orientamento inverso (una direzione può così rappresentare uno 0, e l'altra un 1), e questo processo può essere ripetuto almeno 16 volte.

In pratica, hanno trovato il modo (battezzato RAD, Recombinase Addressable Data) di conservare un bit di informazione direttamente nel DNA, e di poterlo cambiare - riscrivere - a piacimento.

Per mostrare il funzionamento, i ricercatori hanno preparato una capsula di Petri con due colonie di batteri modificate con il RAD; il diverso orientamento del DNA è mostrato visivamente dalla diversa colorazione assunta dai batteri quando illuminati da una luce ultravioletta.

L'intero progetto è stato pubblicato sulla rivista PNAS.

Drew Endy, capo dei ricercatori, spiega quanto sia stato difficile arrivare a questo risultato: «È come provare a scrivere a computer un codice di sei linee ma che richiede 750 operazioni di debug per funzionare».

L'obiettivo non è la creazione di una sorta di "hard disk biologici", ma utilizzare questa capacità di memorizzare informazioni nel DNA per compiere studi sugli esseri viventi.

Per esempio, una volta sviluppata a dovere potrà servire per capire il modo in cui le cellule cancerose si moltiplicano, e forse potrà portare a produrre un sistema che permette di "spegnere" la moltiplicazione delle cellule stesse, fermando di fatto un tumore.

Per ora, il prossimo passo è riuscire a passare dalla memorizzazione di un singolo bit a quella di un byte: il percorso non sarà facile, tanto che i ricercatori stiamo che saranno necessari 10 anni di lavoro.

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