Scoperta l'età della Via Lattea

Una ricerca è riuscita a stabilire l'età della parte più esterna della nostra galassia.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-06-2012]

via lattea 11 miliardi anni

Per avere un'idea di come si sia formata la nostra galassia, un buon punto di partenza sarebbe conoscere l'età delle stelle che ne fanno parte.

Il problema è che, finora, le stime disponibili erano piuttosto approssimative: per le stelle dell'alone interno (nella Via Lattea si possono distinguere tre parti, procedendo dal centro: il nucleo, il disco stellare e l'alone), per esempio, si riteneva che l'età fosse situabile tra i 10 e i 14 miliardi di anni.

Ora una ricerca, realizzata da ricercatori dello Space Telescope Science Institute guidati da Jason Kalirai, ha permesso di avere una stima molto più precisa dell'età delle stelle dell'alone.

Secondo Kalirai, queste avrebbero 11,4 miliardi di anni (con un margine d'errore di 0,7 miliardi di anni).

Per arrivare a questo risultato, lo studioso ha deciso di partire dalle nane bianche, stelle originariamente di massa simile o appena superiore a quella del sole e ormai giunte alla fine della loro vita.

«Ho studiato stelle alla fine della loro vita per determinare le loro masse e quindi collegare quelle masse alla vita dei loro progenitori. Data la natura di queste stelle morte, le loro masse sono più facili da misurare rispetto stelle simili al Sole» ha spiegato Kalirai.

Per stabilire l'età delle nane bianche, i ricercatori hanno cercato la loro firma spettrale, analizzandone la luce emessa: «Le nane bianche più calde sono le discendenti di stelle simili al Sole che si sono appena spente a causa dell'esaurimento del loro combustibile, l'idrogeno. Le masse di queste nane bianche sono proporzionali alle masse dei loro progenitori, e possiamo usare quella massa per stabilire l'età delle stelle madri».

Le masse sono state poi confrontate con quelle delle stelle presenti nell'ammasso globulare M4, la cui età è di 12,5 miliardi di anni.

I risultati dello studio sono poi stati pubblicati sulla rivista Nature.

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