Così le zanzare resistono alla pioggia

Capire come fanno i piccoli insetti a sopravvivere sotto un acquazzone aiuterà a progettare i robot volanti di domani.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-06-2012]

zanzara sopravvive pioggia

Un gruppo di ricercatori del Georgia Institute of Technology è riuscito a rispondere - pubblicando uno studio su PNAS - a una di quelle domande che forse non sono in cima alla lista delle priorità di molti ma costituiscono comunque una interessante curiosità e possono avere ricadute positive.

Hanno infatti scoperto il motivo per cui la pioggia non rappresenta una minaccia per le zanzare: a rigor di logica, ci si aspetterebbe che le gocce d'acqua rappresentino un pericolo mortale per i piccoli insetti.

In realtà non è così. Per capirlo, i ricercatori hanno realizzato un esperimento, creando una gabbia trasparente con un il tetto formato da una rete a maglie abbastanza fini da non permettere alle zanzare di uscire ma sufficientemente larghe da lasciare entrare l'acqua, simulando la pioggia.

Riprendendo il tutto con telecamere ad alta velocità, gli studiosi hanno carpito il segreto delle zanzare e scoperto come mai una singola goccia di pioggia - che può pesare da 2 a 50 volte più di una zanzara («lo stesso rapporto di massa che c'e' tra una persona ed un fuoristrada» come spiegano gli autori dello studio) - non sia una minaccia fatale.

Il segreto è duplice. Da un lato consiste nella robustezza dell'esoscheletro di questi insetti. Dall'altro riguarda la massa delle zanzare: essa è così ridotta da non rappresentare un ostacolo significativo per le gocce di pioggia, il cui impatto sul corpo degli insetti è in realtà minimo.

«Il basso peso della zanzara fa sì che l'acqua mantenga quasi inalterata la propria velocità dopo l'impatto» - spiega David Hu, uno degli autori - «e che di conseguenza la forza applicata sull'insetto sia abbastanza bassa da non ucciderlo».

Inoltre, le zanzare non resistono alle gocce che le colpiscono, ma le accompagnano nella loro discesa al suolo: se viene colpita un'ala, esse si piegano; se viene colpito il corpo, si lasciano trascinare verso il basso e, mentre scendono, si liberano dell'acqua per poi riprendere il volo.

Questa operazione è facilitata da un corpo che pare progettato apposta per essere idrorepellente: le sue caratteristiche - a partire dalla peluria che ricopre le ali - permette alle zanzare di liberarsi facilmente dall'acqua.

Il pericolo insomma si concretizza soltanto se la zanzara viene colpita mentre sta volando vicino al suolo: in quel caso non ha tempo sufficiente per "riemergere" dalla goccia di pioggia, e finisce per essere portata sino al suolo, dove può rischiare di morire non tanto per l'impatto quanto per la possibilità di annegare in una pozza.

Al di là dello studio degli insetti, questa ricerca può avere ricadute positive nella progettazione di piccoli robot volante, che si possono progettare tenendo conto delle "tecniche di sopravvivenza" alla pioggia adottate dalle zanzare.

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