Il fallimento del Bitcoin

La criptovaluta sarebbe sull'orlo del collasso, secondo l'autorevole parere di Mike Hean.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-01-2016]

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«L'esperimento è fallito». È drastico il giudizio che Mike Hean, per cinque anni sviluppatore del software Bitcoin cui s'è dedicato dopo aver lasciato un impiego presso Google, ha dato sulla moneta virtuale nel post dal titolo «La fine dell'esperimento Bitcoin».

Proprio adesso che la criptovaluta sta ottenendo sempre più attenzione - per esempio da Barclays, o da Microsoft - uno dei maggiori esperti annuncia la fine di tutto.

Hean si lancia in una lunga e dettagliata spiegazione del perché, a detta sua, Bitcoin sia fallito, ma la sintesi è questa: «Bitcoin ha fallito perché la comunità ha fallito».

«Quello che sarebbe dovuto essere una nuova forma di denaro, decentralizzata e libera dalle "istituzioni importanti per il sistema" e "troppo grande per fallire" è diventata qualcosa di ancora peggio: un sistema completamente controllato da una manciata di persone» scrive lo sviluppatore.

Si tratta in effetti di una situazione di cui abbiamo già parlato qualche volta e che è peraltro la pura verità: la generazione dei Bitcoin è in mano a pochi individui in grado di fornire la potenza di calcolo necessaria per assumere in sostanza il controllo. <> «La blockchain è controllata da miner cinesi, due dei quali controllano oltre il 50% della potenza di calcolo degli hash. A una recente conferenza oltre il 95% del calcolo degli hash era controllato da un gruppetto di persone che stavano su una sola panca» scrive ancora Hean, denunciando il problema.

Per una criptovaluta nata proprio con l'idea di evitare la centralizzazione tipica delle valute nazionali si tratta di una triste ironia, che oltretutto cancella una delle caratteristiche chiave di Bitcoin.

E questo è solo uno dei problemi. Hean ne individua un altro, che ritiene anche più serio, ossia il fatto che «la rete è sull'orlo del collasso tecnico».

«Il meccanismo che avrebbe dovuto evitarlo s'è rotto, e come risultato non c'è più alcuna ragione di credere che Bitcoin possa davvero essere meglio dell'attuale sistema finanziario» commenta sconsolato Hean.

Il problema sta nel fatto che esiste un limite al numero massimo di transazioni che la blockchain può gestire in un secondo: non a caso, proprio per risolvere questa situazione qualche tempo fa è stata proposta la variante Bitcoin XT, che alza il limite.

Tuttavia, la discussione sull'aggiornamento non è mai arrivata a una conclusione a causa dell'opposizione di chi occupa una posizione di potere all'interno della comunità; anzi chi ha iniziato a fare uso di Bitcoin XT s'è spesso trovato a dover fare i conti con attacchi DDoS.

Inoltre, secondo Hean la discussione stessa sulla necessità di alzare il limite viene sistematicamente censurata nei forum: «Per la prima volta gli investitori non hanno un modo semplice di capire che cosa sta succedendo. Le critiche tecniche rivolte a ciò che Bitcoin Core sta facendo vengono bandite».

Né sono positive le soluzioni alternative proposte all'innalzamento del limite, come imporre una tariffa che deve pagare chi vuole che sia assegnata una priorità più alta alla propria transazione, cosicché venga computata prima.

«Tutto ciò rende Bitcoin inutile per l'acquisto di beni, dato che è necessario aspettare che la transazione dell'acquirente appaia nella blockchain, cosa che ormai può richiedere ore anziché minuti, a causa della congestione».

Questi ritardi sarebbero poi particolarmente pericolosi perché aprirebbero al strada alle truffe: ci sarebbe il tempo di ritirare un pagamento prima che avvenga la validazione ma dopo che l'acquisto è stato concluso e la "merce" (virtuale) consegnata.

Tutti questi problemi per Hean non possono che indicare una cosa sola: l'esperimento è fallito. D'altra parte lo sviluppatore ha sempre ricordato che questo è Bitcoin: un esperimento. E gli esperimenti possono fallire.

Lo sbaglio di fondo sarebbe stato quindi far credere alla gente che si sarebbe potuta fidare di Bitcoin tanto quanto si può fidare di una valuta tradizionale, o anche di più grazie alla sua natura "anarchica".

Così Mike Hean ha deciso di abbandonare la criptovaluta, e neanche troppo velatamente invita a fare altrettanto.

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