Il MinCulPop di Pitruzzella

Il presidente dell'Antitrust fa parlare di sé con un'imbarazzante proposta di controllo della Rete e delle opinioni che vi circolano.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-01-2017]

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Fino a pochi giorni fa molti italiani non avevano probabilmente sentito parlare o quasi di Giovanni Pitruzzella, dal 2011 presidente dell'Antitrust, l'autorità per la vigilanza sulla concorrenza.

In un momento in cui le banche italiane più importanti rischiano il fallimento, in cui un monopolio di Vivendi potrebbe controllare Tim e Mediaset nello stesso tempo, si sarebbe pensato che il presidente Pitruzzella sarebbe intervenuto su questi tempi importantissimi della tutela del risparmio, della trasparenza in Borsa, della concorrenza nelle telco.

Pitruzzella invece ha avuto un momento di notorietà chiedendo di istituire un'agenzia pubblica per il controllo della verità in rete. Forse sogna un nuovo incarico per sé, visto che presto scadrà il suo mandato all'Antitrust.

Ai più, però, la proposta ha richiamato alla mente il Ministero della Verità descritto da George Orwell in 1984; per quanti sono dotati di memoria storica, inquietanti sono i parallelismi con il MinCulPop di oltre 70 anni fa.

Durante il ventennio fascista, il Ministero della Cultura Popolare ogni giorno trasmetteva una velina a tutti i giornali, allora unico mezzo di comunicazione sociale (oltre alla radio, direttamente controllata dal Governo), in cui si indicava di che cosa si potesse parlare, di che cosa si dovesse tacere e quali termini usare.

La censura fascista era stata peraltro preceduta dalla censura militare della Grande Guerra e prima ancora dalla censura di polizia degli stati italiani pre-unitari e dalla censura ecclesiastica.

Ci sono troppe bufale sul web e troppe menzogne a causa del web, dice Pitruzzella. Eppure proprio lui, per legge, già dovrebbe occuparsi di multare gli autori di pubblicità ingannevole su stampa e TV, oltre che su Internet. A questo punto ci si può chiedere legittimamente se lo faccia, quanto lo faccia e se lo stia facendo bene.

Che ci sia un problema di informazione e di qualità della stessa, di libertà innanzitutto e poi di correttezza, nessuno lo dubita. Il problema si risolve - anche se non esistono soluzioni miracolistiche - accrescendo il senso critico attraverso l'istruzione e l'educazione dei giovani a una lettura critica dei media, nelle scuole e nelle Università.

Insieme a ciò, è necessario innalzare il livello del sapere scientifico, economico, umanistico di tutti attraverso un uso migliore e mirato della TV pubblica e in corsi di alfabetizzazione mediatica per adulti.

Non si esce dall'informazione falsa e manipolata riesumando impossibili, improbabili e incostituzionali livelli di controllo e di censura della Rete.

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Le proposte di Pitruzzella. Una buona, due pessime

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Pier Luigi Tolardo