L'auto che si guida da sola di nVidia

Si chiama BB8 e sarà in vendita nel 2020.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-01-2017]

nvidia bb8

Al CES 2017, che si è da poco concluso, nVidia ha dimostrato quanto si sbaglino quanti pensano che l'azienda si occupi soltanto di schede grafiche.

Invece, nVidia ha impiegato l'esperienza accumulata progettando chip in grado di eseguire miliardi di calcoli al secondo per sviluppare un'auto che si guida da sola.

Il frutto di questo lavoro è stato affettuosamente chiamato BB8, in omaggio al droide de Il Risveglio della Forza, ed è stato visto all'opera proprio a Las Vegas sul circuito del CES.

BB8 s'è mosso, senza che alcuno sedesse dietro al volante, a circa 16 km/h, evitando con abilità i coni spartitraffico e restando all'interno delle linee bianche.

Non solo: le dimostrazioni hanno anche previsto che all'improvviso due tecnici di nVidia posizionassero un ostacolo sulla strada, che BB8 ha evitato con perizia.

Per nVidia, che prevede di lanciare un'auto completamente autonoma (costruita in collaborazione con Audi) entro il 2020, si tratta di un grande successo, anche se BB8 era comunque dotato di un grosso pulsante rosso con la scritta Stop che il passeggero poteva premere in ogni momento.

Nel veicolo autonomo del 2020 a gestire il tutto ci sarà una scheda nVidia PX2, dotata di chip ARM e GPU basate sull'architettura Pascal: nel complesso, si tratta di un sistema in grado di compiere 24 bilioni di operazioni di deep learning al secondo.

Tanta potenza serve a eseguire gli algoritmi che interpretano i dati provenienti dalle varie telecamere e sistemi lidar con cui l'auto è equipaggiata, al fine di costruire un modello tridimensionale del mondo che la circonda.

nVidia prevede un futuro in cui tutte le auto saranno gestite da sistemi di intelligenza artificiale, che non potranno mai essere completamente disattivati ma sui quali un guidatore umano potrà sempre prendere il controllo, se necessario; ma anche la IA potrà decidere di essere la più adatta a guidare.

«Ci potranno essere occasioni in cui la IA prenderà il controllo, grazie alla sua alta precisione» spiega Danny Shapiro, direttore della divisione Automotive di nVidia. «In altri casi non lo farà. Inserendo una destinazione, l'auto saprà se possiede le mappe adatte per raggiungerla e la capacità di gestirle. Magari ci saranno delle rotatorie folli, e il guidatore dovrà farsene carico personalmente. La IA sarà sempre attiva, e spetterà al produttore di auto capire quando attivarla».

Quanto all'annosa questione degli incidenti imprevedibili e di come insegnare l'etica a un robot, Shapiro ritiene che si tratti di un problema mal posto: da un lato «non esiste alcun modo di programmare l'etica»; dall'altro «non c'è alcun modo di evitare che qualcuno passi col rosso, o che un pedone ti sbuchi davanti all'improvviso».

«Quindi ci sono tuttora incidenti inevitabili. Nessun essere umano sarebbe in grado di fermare l'auto in tempo. Esigere che un computer guidi meglio di un essere umano è ragionevole, e lo faremo. Ma esigere che eviti il 100% degli incidenti causati da un errore umano non sarà possibile finché tutte le auto non saranno autonome».

L'idea di Shapiro è che ci possono essere casi estremi nei quali i sistemi automatici siano impotenti o inadeguati a gestire una situazione, come quello in cui, nel maggio 2016, un uomo perse la vita in un incidente avvenuto mentre era attivo il sistema Autopilot della sua Tesla. Ma, secondo il direttore della divisione Automotive di nVidia, bisogna chiedersi se i vantaggi non superino comunque i problemi.

«Quel giorno un uomo morì» - commenta Shapiro - «ma nei soli Stati Uniti quel giorno altre 99 persone morirono in incidenti in cui erano coinvolte solo auto guidate da esseri umani». Se tutte le auto fossero dotate di sistemi di guida automatica - ragiona il dirigente di nVidia - forse tutti quegli incidenti dovuti a errori umani si sarebbero potuti evitare.

«Immaginiamo un medico che inventi una cura per il cancro» conclude Shapiro. «Nel 99% dei casi il cancro viene curato. Ma nell'1% dei casi ci sono degli effetti collaterali letali. Come società diremmo forse cose come "Eliminiamo questo farmaco" o "No, dato che non è efficace al 100% non lo useremo"? Dobbiamo considerare ciò che succede oggi e quanto saremo migliori come società quando questa tecnologia sarà adottata».

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