Niente divise su Facebook

Il Ministero della Giustizia vieta alle forze dell'ordine di postare sui social network foto in divisa o informazioni sui compiti svolti.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-02-2017]

divise facebook carabinieri

Il caso dei due agenti venuti alla ribalta per lo scontro a fuoco con l'autore della strage di Berlino, in cui all'agente che ha ucciso il terrorista la Germania ha negato una decorazione a causa delle foto con manganello e delle frasi apologetiche di Mussolini pubblicate da questi in Rete, è all'origine della nuova policy governativa sull'uso dei social media da parte dei componenti delle forze dell'ordine.

L'ultima circolare emanata dal Ministero della Giustizia vieta loro di postare foto in divisa su siti come Facebook e Twitter, nonché di fornire informazioni sui compiti che vengono loro affidati.

Nessuno deve poter essere identificato come agente delle forze dell'ordine: ciò anche al fine di evitare l'esposizione a rappresaglie, ritorsioni e minacce che possano compromettere l'incolumità degli agenti stessi e quella dei loro familiari.

La circolare riguarda direttamente Carabinieri, Carabinieri forestali, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Guardia Costiera, ma potrebbe riguardare anche i Vigili Urbani e la Polizia Provinciale e pure, se vogliamo, i militari dell'esercito impegnati in operazioni di mantenimento dell'ordine pubblico.

Questa nuova indicazione ministeriale si aggiunge agli obblighi già da sempre previsti al fine di garantire il segreto giudiziario, il segreto di ufficio e il segreto militare per i Carabinieri, il cosiddetto segreto di Stato, pena sanzioni irrogate dalla giustizia civile e militare per chi viola queste disposizioni.

Vi sono poi, da sempre, dei regolamenti interni che prevedono che i rapporti con la stampa siano tenuti esclusivamente dai responsabili gerarchici e spesso da appositi uffici stampa interni.

Essi vietano anche le riprese fotografiche e video non autorizzate dai comandanti all'interno delle sedi di Polizia e Carabinieri e all'interno degli automezzi e natanti.

Tale divieto vale anche per i cittadini che volessero riprendere componenti delle Forze dell'ordine in modo che possano essere identificati, soprattutto in operazioni delicate. Ciò non vale evidentemente per i Carabinieri e i poliziotti in alta uniforme che posano con i turisti in Galleria a Milano e a Piazza Venezia a Roma.

Sulla decisione del Ministero della Giustizia ha pesato anche la scoperta del sito web criptato gestito dai Carc, un'organizzazione terroristica che intendeva usare la Rete per costituire una sorta di banca dati (completa di nomi, foto e indirizzi) di poliziotti e carabinieri impegnati in indagini o nel mantenimento dell'ordine pubblico durante le manifestazioni.

In passato c'erano già state dichiarazioni da parte di esponenti di alto livello gerarchico dei Carabinieri che raccomandavano di non fornire informazioni, nemmeno su un proprio eventuale orientamento omosessuale.

Anche polemiche come quella sul profilo Facebook di uno dei Carabinieri oggi sospesi dal servizio e indagati per il caso Cucchi, in cui il sottufficiale polemizzava duramente con la sorella di Cucchi e appariva in pose da culturista, dovrebbero ridursi con l'applicazione di questa circolare.

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Pier Luigi Tolardo