Il figlio scarica un audiolibro, padre condannato

L'uomo è stato riconosciuto negligente per non aver spiegato i rischi della pirateria al figlio.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-03-2017]

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Da anni ormai le associazioni antipirateria danno la caccia a quanti scaricano illegalmente da Internet film, musica, serie TV e e-book.

Il problema più complicato è stabilire chi davvero abbia effettuato il download, dato che risalire all'utente effettivo del computer individuandolo per esempio all'interno di una famiglia non è banale. Nel caso poi di reti Wi-Fi aperte, le cose sono ancora più complicate.

In un caso recentemente approdato in un tribunale di Leipzig (Germania), un uomo accusato di aver scaricato un audiolibro s'è dichiarato innocente, ed è stato appurato che nel momento in cui il download è stato effettuato egli non era nemmeno a casa.

In compenso però c'erano la moglie e il figlio undicenne, e rapidamente s'è appurato che il colpevole era quest'ultimo.

Il giudice però non l'ha ritenuto responsabile: ha invece riconosciuto colpevole il padre, in quanto questi non avrebbe impartito al figlio un'educazione sufficientemente chiara in materia di pirateria.

Capita spesso nei casi di download illegali che un genitore venga condannato in luogo dei figli minorenni, ma è la prima volta che la sentenza viene emessa esplicitamente perché questi non ha informato adeguatamente il pargolo sui rischi che il suo comportamento gli avrebbe fatto correre.

Il padre sostiene di aver detto al figlio di usare il computer soltanto per le attività scolastiche, di non darsi al download selvaggio e di non fare alcunché di pericoloso.

Tutto ciò, peraltro confermato dalla madre, non è però sembrato sufficiente al giudice: l'uomo avrebbe dovuto illustrare in maniera specifica i download illegali e i pericoli connessi.

Affinché il compito genitoriale sia assolto, per il giudice tedesco è necessario «educare il bambino circa l'illegalità della partecipazione agli scambi illegali di file, e proibire esplicitamente questo comportamento».

Il padre è quindi stato considerato «negligente», riconosciuto colpevole e condannato a pagare una sanzione di 956 euro per danni e spese legali.

Al momento non è dato sapere se l'uomo abbia intenzione di ricorrere in appello.

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