Uber e car sharing, impatto dirompente sull'acquisto di auto

E sui modelli di proprietà.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-05-2017]

carsharing

Secondo una nuova indagine di Capgemini, effettuata su oltre 8.000 consumatori in otto mercati chiave a livello globale, più di un terzo degli acquirenti di automobili (34%) vede oggi il servizio taxi e il ride-sharing come una valida alternativa all'auto di proprietà.

Se da un lato la vendita di auto nuove continua a crescere in modo esponenziale, i nuovi dati dimostrano un cambio di strategia dei principali produttori di auto, che stanno già investendo in servizi di car sharing con lanci, acquisizioni o partnership per adeguarsi al cambiamento delle abitudini dei consumatori.

Buone sono le notizie per quanto riguarda il modello di vendite tradizionale del settore automotive, di fronte a una crescita esponenziale dei servizi di car sharing e ride-sharing. Più della metà degli intervistati percepisce i servizi taxi e di ride-sharing - ad esempio Uber, Didi e BlaBlaCar - come complementari all'acquisto di un'auto nuova (56%).

La percentuale di coloro che considerano i servizi legati alla mobilità complementari rispetto all'acquisto di un'auto aumenta tra gli acquirenti di auto più giovani - di età compresa tra i 18 e i 34 anni (64%) - e tra quelli dislocati nei mercati emergenti cinese (77%) e indiano (63%). La rilevanza degli investimenti fatti dalla maggior parte dei player dell'industria car sharing trova conferma nel fatto che due terzi dei consumatori (66%) afferma che il brand rappresenta un fattore chiave nella scelta del programma di car sharing preferito, indicando che queste strategie potrebbero diventare parte integrante del nuovo ciclo di vendita di auto.

Altri risultati del rapporto mostrano il più ampio impatto causato da un rapido aumento delle competenze tecnologiche e della consapevolezza dei consumatori sulle abitudini di acquisto.

Gli optional di guida autonoma restano un selling point rilevante per i consumatori. Con la guida assistita, che sta diventando un optional di serie sui modelli di auto tradizionali e grazie ai report periodici sui test relativi ai nuovi veicoli autonomi, l'81% degli intervistati è disposto a pagare costi aggiuntivi per la funzione di guida autonoma.

La Cybersecurity è divenuta oramai un fattore determinante nell'acquisto di un'auto. Nel 2015, un terzo degli intervistati era preoccupato in relazione alla sicurezza informatica. Dopo ulteriori attacchi alle piattaforme del settore automotive da parte di hacker professionisti, i consumatori di oggi vogliono essere rassicurati dai produttori sulla sicurezza delle auto, con oltre due terzi degli acquirenti (68%) che sostiene che la "resilienza informatica" di un'auto sarebbe in grado di influenzarne l'acquisto.

L'interesse dei consumatori ad acquistare automobili a marchio tech è in aumento, nonostante la scarsità di sostanza. Dopo 18 ulteriori mesi dalle indiscrezioni secondo cui Google o Apple starebbero per lanciare automobili sul mercato, c'è stata una crescita dell'interessamento dei consumatori rispetto a quanto rilevato dallo studio del 2015 (49%): ben oltre la metà dei consumatori (57%), infatti, si dichiara ora aperta all'acquisto di un veicolo prodotto da un colosso della tecnologia come Apple o Google.

La fiducia dei fruitori di veicoli autonomi è suddivisa tra esperti e nuovi player. Dato che le aziende "tech" hanno condotto diversi test pubblici sui veicoli autonomi, è importante sottolineare che la metà dei consumatori (51%) si fiderebbe maggiormente di auto con funzioni di guida autonoma prodotte dalle case automobilistiche piuttosto che da aziende leader della tecnologia.

Le preoccupazioni relative al trattamento dati stanno diminuendo, dal momento che i consumatori prediligono le auto dotate di connessione per dispositivi mobili. La familiarità con altri dispositivi connessi e il compromesso tra condivisione dei dati, maggiore personalizzazione e servizi migliori stanno spostando le abitudini dei consumatori verso le auto "connesse".

La maggior parte dei consumatori sarebbe disposta a condividere i dati relativi al proprio veicolo (89%) e al conducente (76%) mentre l'auto è connessa. Per fare un confronto, in uno studio analogo del 2015 l'80% degli intervistati aveva dichiarato che avrebbe condiviso i dati liberamente o con alcune restrizioni, sottolineando la costante disponibilità a condividere informazioni.

La domanda di mercato online - presso le concessionarie virtuali - sta sfidando il modello di vendita tradizionale. Influenzati senza dubbio dal continuo interesse per le tecnologie dirompenti e dall'utilizzo di concessionarie virtuali da parte di alcuni importanti produttori di auto, i consumatori stanno richiedendo metodi alternativi presso cui reperire informazioni tramite OEM e rivenditori, come ad esempio presentazioni di veicoli in realtà virtuale (62%), live chat (43%) e video blog a cura dei clienti (36%).

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