Che fine ha fatto il nostro diritto all'informativa?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-06-2004]
Mentre imprese, pubbliche amministrazioni e professionisti sono sempre più chiamati a fare i conti con gli odiati adempimenti, vecchi e nuovi, dettati dal recente Codice della Privacy (D.Lgs. 196/2003) adempimenti anche pesantemente sanzionati! sono piovuti su milioni e milioni di utenti di telefonia mobile "spensierati" Sms della Presidenza del Consiglio dei Ministri che informavano i cittadini delle date e dell'orario in cui si sarebbe potuto votare (purché miniti di documenti e tessera elettorale!) alle prossime imminenti votazioni.
Un comportamento, quello tenuto dalla Presidenza del Consiglio, che non può non lasciare perplessi tutti i cultori del "diritto della privacy" ponendo più di una questione giuridica.
Se è certo, infatti, che il contenuto degli sms in parola non aveva carattere strettamente commerciale o direttamente politico, tuttavia l'inoltro di una così enorme mole di messaggi sui cellulari degli italiani presuppone quanto meno uno scopo realmente istituzionale e dettato da una evidente ed eccezionale utilità e urgenza (come anche chiarito, in proposito di inoltro di Sms da parte di pubbliche amministrazioni, dallo stesso Garante per il trattamento dei dati personali).
Il cuore del diritto alla tutela dei dati personali è, infatti, quell'articolo 13 del Codice sui diritti di informativa in favore dell'interessato a qualsiasi trattamento, istituzionale, professionale o commerciale che sia!
Se sul previo consenso alcune volte si può "soprassedere" ai sensi e per gli effetti dell'art. 24 del Codice, tutti noi invece abbiamo un diritto ad una corrretta informativa per quanto riguarda i nostri dati; informativa che se omessa comporta anche una pesante sanzione in capo al trasgressore ex art. 161 del Codice.
L'art. 13 obbliga qualunque titolare di un trattamento di dati personali ad un obbligo di chiarezza nei confronti dell'interessato a quel trattamento; egli deve, infatti, previamente informare l'interessato oralmente o per iscritto circa: "le finalità e le modalità del trattamento cui sono destinati i dati; la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati; le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere; i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di responsabili o incaricati, e l'ambito di diffusione dei dati medesimi; i diritti di cui all'articolo 7; gli estremi identificativi del titolare.
In questo caso il tipo di messaggio ricevuto induce certamente in errore sulla provenienza e sugli scopi del messaggio: è la Presidenza del Consiglio o il Presidente del Consiglio candidato alle elezioni a inviarci il messaggio? E' il gestore della telefonia o il Ministero degli Interni titolare al trattamento? Per quale scopo mi è stato inviato il messaggio? Ho il diritto a oppormi a tale forma di trattamento?
Non sarebbe forse stato più opportuno e istituzionalmente corretto quanto meno l'intervento del Ministero degli Interni piuttosto che del Presidente del Consiglio dei Ministri nel testo dell'Sms inviato?
Infatti, da quanto ci è stato raccontato da Palazzo Chigi in una nota: "dell'invio è stato informato il Garante della Privacy; un decreto del ministero dell'Interno ha obbligato i gestori a inviare ai propri clienti il messaggino. L'iniziativa - spiega la nota - è anonima, nel senso che Palazzo Chigi non sa quando saranno inviati gli SMS né a chi: ogni gestore deve inviare il messaggio ai propri clienti, i numeri non vengono dati al Governo né a fornitori esterni".
Ovviamente ingannare la normativa è un'arte e in questo caso ci hanno pensato bene, in quanto la Presidenza del Consiglio non avrebbe in questo caso gestito illegittimamente alcuna banca dati di numeri di cellulare altrui... Ma la violazione della stessa normativa sulla "privacy" è palese dal punto di vista dell'art. 13.
In questo caso, a quanto ci è dato di sapere, il titolare del trattamento era e rimane il gestore di telefonia che ha dovuto ottemperare ad un decreto del Ministero degli Interni o al massimo proprio lo stesso Ministero degli Interni. Perché è indicato invece quale mittente del messaggio la Presidenza del Consiglio/il Presidente del Consiglio dei Ministri? Quale estrema urgenza c'era per giustificare tale incredibile inondazione di sms, se non un eventuale pericolo di normale astensionismo?
Occorre considerare che l'omessa informativa rende vulnerabili i nostri dati da parte di soggetti di cui non conosciamo alcunché: né l'identità, né le modalità di trattamento che abbia adottato, né le misure minime ed idonee di sicurezza di cui si avvalga! Insomma la violazione è molto grave, soprattutto se commessa da così alte cariche isttituzionali e per indirette finalità politiche!
L'effetto di ricevere un sms direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri - oltre a generare situazioni degne degli scenari descritti negli ultimi film quali The Truman Show o Minority Report, senza dimenticare le pagine dell'indimenticato George Orwell - genera evidentemente un effetto psicologico sulla nostra capacità di autodeterminazione.
Insomma la gravità di questo invio sconsiderato di sms "istituzionali" è così evidente che qualsiasi giurista che abbia un minimo di attenzione sulle delicate questioni del nostro diritto alla tutela dei dati personali dovrebbe rabbrividire sulle conseguenze di tale azione e a prescindere da qualsiasi valutazioni politica o da appartenenze di partito.
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