Deliranti riflessioni sulla potenza dei calcolatori e la nostra diseducazione ambientale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-12-2002]
Il mio amico Diego era specializzato, da adolescente, nella creazione di programmi per ZX 80. Si tratta di un microcalcolatore messo in commercio dalla Sinclair nel 1980. Per gli appassionati di archeologia, aveva un microprocessore Z80 a 3,25 megahertz, una ROM di 4 Kb ed una RAM di 1 Kb (sì! soltanto 1024 byte). Era disponibile solo come kit di montaggio fai-da-te. Con le versioni successive (ZX81 e, soprattutto, lo spettacolare Spectrum) è stato possibile salvare programmi su nastro e caricarli in Ram con una velocità di 300 baud. Sono ancora tanti gli appassionati, potete trovare molte informazioni anche qui.
Tra le produzioni più interessanti di Diego, una versione casalinga di Donkey Kong (ricorate il gorilla che cercava di impedire ad un omino baffuto di salire su un palazzo scagliandogli contro dei barili rotolanti?). Sicuramente spartana, con una grafica ai limiti della comprensione, ma funzionava su un hardware con 1 k di memoria disponibile totale.
Da allora che cosa è cambiato? Per il nostro personale benessere, poco o niente. Per il nostro pianeta, idem. Beh, a dirla tutta ci sarebbero il buco nell'ozono, l'aumento accertato dell'effetto serra, qualche milione di ettari di foresta in meno, qualche miliardo di abitanti (poveri) in più. Ma sono problemi triti e ritriti, roba da sovversivi.
Alcuni problemi, comunque rimangono. Io ho passato pomeriggi interi a giocare con lo spectrum ed il Donkey Kong di Diego, mentre se mia figlia tenta di far partire il CD dei Magotti (un game distribuito da una fabbrica di merendine con la raccolta punti), il mio PC si pianta.
La disponibilità di tutto questo ben di Dio a costi bassi si è tradotta in potenza di elaborazione solo in minima parte. L'illusione di memoria infinita ha favorito lo sviluppo di programmi basati sulla grafica più che sulla sostanza, ha accentuato il turnover delle nostre macchine, ha permesso l'esistenza di strategie volontarie di appesantimento dei software commerciali (un esempio: le uova di pasqua che gravano inutilmente sui programmi).
Ma soprattutto ha cambiato le nostre menti (in particolare quelle dei programmatori), ed è questo l'effetto più deleterio. Ci siamo educati di avere a disposizione una risorsa infinita, salvo accorgerci, dopo poco tempo, che il limite è sempre facilmente raggiungibile.
La RAM ci ha educati all'abbondanza sistematica delle risorse, ci ha fatto perdere di vista concetti una volta fondamentali come ottimizzazione, efficienza, collo di bottiglia, risparmio. E quest'educazione non può che avere effetti sul modo in cui gestiamo, per esempio, le nostre finanze, i rapporti con le altre persone. O il nostro pianeta.
Voglio dire: finchè si tratta di memoria, va tutto bene. Gli effetti fisici sono limitati a qualche carcassa di PC in più che qualcuno deve smaltire. Ma basta solo cambiare contesto, per vedere il disastro che provoca la mala gestione dell'abbondanza.
Pensate quale potrebbe essere l'impatto se:
- al posto della RAM, ci fosse per esempio il petrolio,
- al posto dei nostri PC, le nostre fabbriche e le nostre auto,
- al posto dei produttori massali di chips, alcuni giacimenti siti in paesi interamente nelle mani di qualche sceicco,
- al posto dei produttori di hardware, certe compagnie petrolifere senza toppi scrupoli che utilizzano per l'estrazione manodopera sottopagata,
- al posto del principale produttore di software, un certo presidente petroliere disposto anche ad una guerra per non perdere i privilegi delle compagnie di cui sopra.
Sarebbe un vero disastro.
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