La gestione energetica intelligente impara dalle abitudini dell'utente e disattiva i componenti inutili per far durare di più la batteria.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-07-2013]
In attesa delle più volte promesse batterie miracolose - piccolissime e in grado di tenere la carica per giorni - il problema dei consumi degli smartphone va pure affrontato in qualche modo.
Ne è ben consapevole Apple, che trova nella durata della batteria uno dei punti deboli dell'iPhone più spesso evidenziati: a fronte di una vasta ricchezza di funzioni, non riesce a garantire di poter arrivare serenamente a fine giornata.
Non si tratta di un problema che riguarda soltanto Apple, ovviamente. L'azienda di Cupertino ha deciso però di scegliere un approccio particolare, come testimonia uno degli ultimi brevetti registrati, dal titolo Power Management for Electronic Devices (ossia: Gestione Energetica per i Dispositivi Elettronici).
Il brevetto copre «un metodo per modificare una o più caratteristiche di un dispositivo elettronico mobile per ridurre il consumo di energia del dispositivo».
Per raggiungere tale obiettivo, il sistema di Apple "impara" le abitudini dell'utente e permette allo smartphone di intuire se la carica che gli rimane sarà sufficiente per il resto della giornata; in caso di risposta negativa, il dispositivo sarà in grado di disattivare alcune caratteristiche per prolungare la durata della batteria.
In uno smartphone vi sono diverse caratteristiche hardware - Wi-Fi, Bluetooth e via di seguito - che sono particolarmente affamate di energia; con questo sistema la disattivazione diventa automatica ma non in maniera "rigida": secondo le abitudini dell'utente.
Il dispositivo dotato della tecnologia qui brevettata si ricorda dei luoghi in cui viene solitamente ricaricato, sui periodi passati lontano dalla presa e sulle funzioni attivate in questi momenti: grazie a tutte queste informazioni diventa in grado in questo modo di fare delle previsioni accurate circa la propria autonomia.
Naturalmente non è dato sapere se e quando la tecnologia oggetto del brevetto arriverà mai a equipaggiare un dispositivo reale: è facile prevedere, tuttavia, che sarebbe la benvenuta.
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